Al via dal 5 maggio “Rivoluzione Vedova” al Museo M9 di Mestre – askanews.it

Al via dal 5 maggio “Rivoluzione Vedova” al Museo M9 di Mestre

Un percorso inedito e inclusivo per raccontare il Novecento con l’arte
Mag 3, 2023

Venezia, 3 mag. (askanews) – Apre al pubblico dal 5 maggio la mostra “Rivoluzione Vedova”, ideata e progettata da Fondazione Emilio e Annabianca Vedova e coprodotta con M9 – Museo del ‘900 a Mestre-Venezia visitabile fino 26 novembre 2023 al terzo piano del museo mestrino: un evento di eccezionale rilevanza, sia per il valore iconico delle opere esposte, sia per le scelte di allestimento capaci di coinvolgere il pubblico attraverso un approccio inclusivo.

Curata da Gabriella Belli e allestita dallo Studio Alvisi Kirimoto, la mostra apre un percorso inedito che sceglie l’arte contemporanea come strumento per esplorare e interpretare la storia sociale, culturale, politica ed economica del Novecento.

Il ruolo centrale nell’arte contemporanea di Emilio Vedova, la cui opera è interprete e testimone di un forte legame storico e civile con gli eventi che hanno segnato il XX secolo, mantiene oggi la forza di una costante attualità. L’originale operazione delinea un disegno nuovo ed un necessario nuovo approccio alla politica culturale in senso lato. Che cosa poteva rappresentare il segno artistico come necessità che si fa storia più dell’opera di Vedova? “Un unico destino affianca Venezia e Mestre, città lagunare e terraferma – sottolinea il Presidente della Fondazione Vedova, Alfredo Bianchini – confermando questa visione unitaria, anche nelle strategie culturali, usciamo quindi dai consueti spazi al Magazzino del Sale alle Zattere, lungo la ‘strada liquida’ del Canale della Giudecca, per farci parte costitutiva di una nuova prospettiva di proposta artistica. Questo però non costituisce un semplice viaggio, uno spostamento per andare lontano lasciando un luogo d’origine ma un progetto che abbraccia la complessità, che apre le porte, analogo all’incedere nel mondo di Emilio Vedova, che mette in relazione l’Arte con il contesto. L’Universale con il contingente. Il suo è stato un urlo di denuncia dei mali e delle ingiustizie umane: un urlo costante diretto a ignoti infiniti interlocutori e spettatori e verso ignoti infiniti mondi per cui si può ben dire che per lui non vi siano mai stati luoghi vicini e lontani perché la sua centralità non dipendeva e non dipende, non era condizionata e non è condizionata, dalla fisicità di un luogo bensì dalla intensità e dalla forza del suo messaggio”.

Rivoluzione Vedova, la potente evocazione in questo titolo va intesa come cambiamento delle modalità di fare arte e come impegno civile nella cronaca quotidiana della storia. La scelta di Emilio Vedova (Venezia, 1919-2006) per aprire questo nuovo filone di ricerca negli spazi di M9 è quasi d’obbligo, trattandosi del più grande pittore del secondo dopoguerra veneziano – e proiettato nel mondo – che, proprio in questo territorio, ha lasciato segni tangibili della sua feconda eredità artistica, dove etica ed estetica, per lui binomio indissolubile, erano una costante. Un patrimonio di opere straordinarie, le sue, che non sono solo fatti d’arte ma anche inestimabili documenti della storia sociale e politica di quei cinque decenni pieni di contraddizioni, rimorsi, speranze e colpe, a cui Vedova ha prestato voce e la potenza del segno inconfondibile e irreversibile della sua pittura.