Roma, 28 apr. (askanews) – I giudici del tribunale del riesame della Capitale, hanno disposto una misura interdittiva di un anno nei confronti di Alessandro Sicuranza uno dei poliziotti indagati per falso in relazione all’annotazione di servizio relativa all’intervento nell’abitazione di Hasib Omerovic, il 36enne precipitato dalla finestra il 25 luglio scorso, durante un’attività degli agenti del commissariato Primavalle. Il collegio ha accolto un appello della Procura dopo che il gip aveva respinto. La misura è al momento sospesa in attesa della decisione della Cassazione.
Nell’inchiesta, uno dei poliziotti entrati nella casa di via Gerolamo Aleandro, Andrea Pellegrini, è finito agli arresti domiciliari. A lui è contestata l’accusa di tortura. Con lui ci sono altri agenti accusati a vario titolo di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e depistaggio.
Secondo il tribunale nei confronti di Sicuranza “sussiste una solida provvista indiziaria con riferimento al delitto di falso ideologico in atto pubblico”. In particolare l’agente, il 25 luglio scorso “sottoscriveva l’annotazione, nella quale venivano descritte in modo difforme dal reale le modalità dell’intervento effettuato nell’abitazione di Omerovic”. Per i giudici, insomma, “sussiste nei confronti del poliziotto il pericolo di reiterazione di reati della stessa specie di quello per cui si procede”.
Nell’ordinanza del tribunale viene ripercorsa tutta la vicenda. Con l’ingresso dei 4 agenti nell’appartamento, due in ‘borghese’ e due in divisa. Circostanza questa già di per sé anomala – sottolineano i giudici – “considerato che l’attività da svolgere era quella di identificare un soggetto noto per essere del tutto innocuo ed anche affetto da disabilità, in quanto sordomuto; singolare anche che gli agenti abbiano deciso di entrare tutti e quattro nell’appartamento, pur non avendo alcun titolo per farlo”.
Perché se lo scopo dell’intervento era solo quella di identificare Omerovic, infatti, era sufficiente fermarsi all’ingresso. Ma forse si voleva “dare una lezione” perché secondo i poliziotti Omerovic era “colpevole di avere importunato delle ragazze del quartiere”. E questo – si aggiunge – “è dimostrato dal comportamento tenuto da Pellegrini che, nel momento in cui la vittima apriva la porta dell’appartamento, la colpiva immediatamente e senza apparente ragione, dandole due schiaffi ed intimandole con tono alterato di non ‘azzardarsi mai più’ a molestare le ragazze del quartiere”. Per un’altra poliziotta i giudici non hanno disposto l’interdittiva.