Milano, 28 apr. (askanews) – Al posto della segretaria del Pd, Elly Schlein, “avrei raccontato della consulente in una intervista? Forse no, ma non perché non condivida la scelta di rivolgersi a una professionista, ma perché io non sono così coraggiosa come Elly Schlein che con questa dichiarazione ha fatto emergere tutta l’ipocrisia che ancora vive nella sinistra italiana e in quei giornalisti che troppo spesso ambiscono a fare gossip sui politici pensando di indirizzare così consenso”. A scriverlo sui social è la presidente del Consiglio comunale di Milano e consigliere del Pd Elena Buscemi, a proposito dell’intervista di Schlein a Vogue nella quale ha riferito di ricorrere a una consulente per l’abbigliamento.
Obiettivo di quel tipo di giornalismo, ha proseguito, è “ribadire che tutto quello che riguarda l’immagine e la sua cura per la sinistra è qualcosa di frivolo e quindi da negare. E per una donna, ovviamente, lo è ancora di più. Elly Schlein ha vinto alle primarie probabilmente anche per questo, perchè rappresenta un modo diverso di interpretare la propria appartenenza politica. Lungo la mia strada ho incontrato personaggi che dietro la loro parvenza di ‘compagni duri e puri’ poi nascondevano comportamenti clientelari e spregiudicatezze. Ho imparato da tempo a non giudicare le persone in base a come sono vestite e che la realtà è un po’ più complessa del colore di una giacca o di un anello sgargiante” ha osservato.
“Mi piacciono i colori e mi piace vestirmi curata, ma non ho mai pensato che per questo il mio impegno politico fosse meno sincero, meno coerente con i miei valori. Che io fossi meno ‘di sinistra’. Elly Schlein ha un ruolo pubblico di grande esposizione, è la prima segretaria donna del più importante partito di sinistra in Italia. La sua immagine non è certo tutto, ma è una piccola ma non irrilevante parte del suo lavoro. Non ci trovo quindi niente di scandaloso nel sapere che ogni tanto chieda una consulenza a pagamento a chi può darle una mano a vestirsi meglio, o a consigliarle un colore piuttosto che un altro. Così come non troverei disdicevole sapere che ha un team pagato per seguire la sua comunicazione social oppure che possa aver frequentato un corso di public speaking” ha concluso.