Guidonia, 27 apr. (askanews) – Quello che è oggi l’Aeronautica Militare lo deve probabilmente proprio alla Direzione Superiore Studi ed Esperienze (Dsse) che aveva sede a Guidonia, alle porte di Roma. In qualche modo la si può definire la “culla” della Forza Armata e, oggi, nell’ambito delle celebrazioni per il proprio Centenario, l’Arma Azzurra ha recuperato e aperto al pubblico le sue rovine, proprio all’aeroporto militare di Guidonia, oggi sede del 60° Stormo.
La Dsse, operativa dal 1928 e semi-distrutta durante la Seconda guerra mondiale, fu uno dei primi e più avanzati centri di ricerca e sviluppo per le sperimentazioni sul volo, oggi è un interessante percorso museale, a testimonianza del ruolo dell’aeroporto di Guidonia sin dagli albori della Regia Aeronautica e sarà possibile visitarla a partire dal 6 maggio 2023.
Il Colonnello Michele Cesario è il comandante del 60° Stormo.
“Questo recupero della Direzione Superiore Studi ed Esperienze – ha spiegato – è un momento fondamentale perché ci riconnette a un periodo storico che è agli inizi del volo, dove l’Italia con i propri ingegneri, i propri aviatori che allora erano chiamati pionieri, era all’avanguardia è ha segnato quello che, di fatto, sono state pietre miliari, record dopo record, della storia dell’aviazione mondiale”.
Ospite d’eccezione, Amalia Ercoli Finzi, prima donna laureata in Ingegneria aeronautica in Italia, al Politecnico di Milano, oggi tra i più importanti scienziati italiani, ideatrice della trivella del rover Philae che è atterrato sulla cometa 67/P con la missione Rosetta dell’Esa e consulente scientifica della Nasa, dell’Asi e della stressa Agenzia spaziale europea.
“Senza studi, senza sperimentazione – ha detto – non si fa niente, non solo in campo aeronautico ma in tantissimi altri campi e quindi questa è una pratica da seguire, la sola che può portare a un vero progresso per l’intera umanità”.
Tra i manufatti ancora visibili lungo il percorso: i tre edifici della Sezione Aerodinamica che ospitavano le gallerie del vento, la galleria a doppio ritorno e quella supersonica, la più avanzata dell’epoca per potenza e dimensioni e poi la Sezione Idrodinamica, la cui vasca era tra le più grandi e innovative di quel periodo.