Roma (askanews) – E’ un film sull’amore, l’amicizia e i sogni, soprattutto quelli non realizzati, “La quattordicesima domenica del tempo ordinario” di Pupi Avati, nei cinema dal 4 maggio. Lodo Guenzi interpreta un ragazzo che negli anni Settanta sogna il successo nella musica con il suo migliore amico e sposa la ragazza dei suoi sogni. Trentacinque anni dopo di quelle vite e di quei sogni, però, rimane ben poco.
La quattordicesima domenica del tempo ordinario corrisponde ad un giorno ben preciso nella vita di Avati. “Era il 24 giugno del 1964 e avevo accanto a me un essere umano di una bellezza sconfinata, che avevo corteggiato per quattro anni e che finalmente aveva accettato di sposarmi. E io immaginai che la gioia che mi avrebbe dato quella giornata non l’avrei mai più ritrovata e così è stato”.
Per interpretare i protagonisti adulti di quello che ha definito il suo “film più personale”, Avati ha chiamato Gabriele Lavia e Edwige Fenech. “Aspettavo di fare un ruolo del genere e di lavorare con un grande Maestro come Pupi da tanti anni. Erano sette anni che avevo chiuso con il cinema. Questo ruolo, questo film, questa storia mi ha permesso di sognare di nuovo di poter fare qualcosa di particolare e di straordinario per me” spiega Fenech.
Il film trasmette proprio la speranza che nella vita ci sia, ad un certo punto, un momento in cui ci viene restituito qualcosa che abbiamo tanto desiderato. Soprattutto se, come nel caso del protagonista, si continua a credere nei propri sogni. E così Avati chiosa, “Avresti potuto sempre fare di più e meglio e questa cosa produce quello scontento che è poi il carburante per cui continui, ed è per questo che a 84 anni ancora penso che devo fare il film della mia vita. E prima o poi lo farò”.