Roma, 27 apr. (askanews) – Una nuova mannaia pende sulla testa degli uomini d’affari stranieri che frequentano la Cina. Il Congresso nazionale del popolo ha approvato mercoledì una revisione della legge sul controspionaggio, ampliando la definizione di spionaggio dal trasferimento illegale di segreti di stato a quella di “documenti, dati, materiali o elementi relativi alla sicurezza nazionale”. Lo riferisce Nikkei Asia.
Le autorità saranno autorizzate a perquisire gli effetti personali e i dispositivi elettronici di coloro che sono sospettati di spionaggio una volta che l’aggiornamento entrerà in vigore dal primo luglio. Le revisioni pongono inoltre una maggiore attenzione alla prevenzione degli attacchi informatici contro le agenzie governative e le infrastrutture chiave.
Permangono inerrogativi su cosa costituisca esattamente la sicurezza nazionale. Sotto il presidente Xi Jinping, nel 2014 la Cina ha adottato una visione più ampia della sicurezza nazionale che abbraccia difesa, economia, tecnologia, informazioni e risorse.
“Dobbiamo pensare a come evitare i sospetti mentre aspettiamo annunci più dettagliati su azioni specifiche che saranno considerate spionaggio”, ha affermato un dirigente d’azienda in Cina, secondo quanto ha riferito il Nikkei.
In particolare le imprese straniere dovranno essere caute quando si tratta di energia e trasporti, nonché di infrastrutture sociali come le telecomunicazioni e la finanza. Le autorità cinesi potrebbero ritenere le informazioni su fonti energetiche come petrolio, gas naturale e carbone legate alla sicurezza nazionale.
Anche l’industria dei semiconduttori, un obiettivo chiave della rivalità tra la Cina e gli Stati Uniti, potrebbe essere sottoposta a un maggiore controllo.
Alcune aziende stanno anche avvertendo i dipendenti di evitare di avvicinarsi alle strutture militari, molte delle quali non sono segnate sulle mappe in Cina. Anche scattare foto e condurre sondaggi e interviste può essere rischioso,.