Roma, 26 apr. (askanews) – “Lei è un musicista di professione? Sì. Ha fatto parte di un gruppo o di un’orchestra in California? Count Basie, ho suonato con lui per 10 anni. Con loro grande sorpresa i membri della corte erano ipnotizzati da quella voce, ansiosi di ascoltare la sua storia. È da molto che consuma stupefacenti? Dieci anni, questo è l’undicesimo. E come mai iniziò a farne uso? Beh signore, lavorando in una band si suona spesso tutta la notte, si stava svegli, si suonava, poi si ripartiva e quello era l’unico modo per reggere. Qualcun altro dei musicisti ne faceva uso? Sì, tutti quelli che conosco. Prendere posto sul banco dei testimoni, era come salire sul palco per un assolo: botta e risposta. Si rendeva conto di avere su di sé tutta l’attenzione di quella piccola corte poco affollata, un bel pubblico di fessi. Eppure pendevano tutti dalle sue labbra, come in un assolo dovevi raccontare una storia, cantare una canzone che volevano sentire, più loro si concentravano su quello che diceva, più lui parlava lentamente, a bassa voce, lasciava le parole in sospeso, indugiava nel bel mezzo di una frase. La cantilena della sua voce li avvinceva, li catturava, la loro attenzione gli parve d’un tratto così famigliare che si aspettava di sentire il tintinnare dei bicchieri, lo scricchiolio del ghiaccio tirato fuori dal secchiello, le volute di fumo, le voci”: così Peppe Servillo racconta un episodio legato al sassofonista americano Lester Young dal libro cult di Geoff Dyer, divenuto una produzione originale in apertura dell’undicesima Torino Jazz Festival 2023, dal 22 al 30 aprile.
Lo spettacolo di Peppe Servillo e Tjf All Stars “Natura morta con custodia di sax” ha aperto l’edizione 2023 del Tjf sabato 22 aprile alle OGR, un viaggio nel cuore del jazz. Nell’ensemble, formato appositamente per questo concerto, ogni musicista ha incarnato un gigante del passato e porta in scena i racconti di Dyer. I grandi come Lester Young, Charles Mingus, Thelonious Monk, Chet Baker, hanno rivissuto in straordinari jazzisti, Dado Moroni, Flavio Boltro, Ares Tavolazzi, Emanuele Cisi, Enzo Zirilli e un sax baritono femminile, Helga Plankensteiner, che ha evocato lo spirito di Duke Ellington – il narratore-sognatore dei racconti – mentre le parole di Dyer si sono animate grazie alle letture di Peppe Servillo.
Grande chiusura per il TJF XI, domenica 30 aprile, Giornata Internazionale Unesco del Jazz, con un doppio appuntamento all’Auditorium Giovanni Agnelli al Lingotto con Stefano Bollani.