Roma, 22 apr. (askanews) – Immagini del 21 aprile dal South Hospital, l’ospedale a El Fasher, nel Nord del Darfur, supportato da Medici Senza Frontiere. Pesantissimo il bilancio anche qui con oltre 350 feriti curati
a causa degli intensi combattimenti tra l’esercito sudanese (SAF) e le Forze di Supporto Rapido (RSF); decine di pazienti sono deceduti.
Le due sale operatorie sono operative 24 ore su 24. L’ospedale, spiega MSF, rischia di rimanere senza scorte tra 3 settimane se dovesse persistere un tale afflusso di feriti.
Nonostante una tregua nominale dichiarata per la festa dell’Eid al Fitr che segna la fine del Ramadan, continuano gli scontri nel Paese nordafricano tra l’esericito sudanese e le Forze di supporto rapido, formazione paramilitare al cui vertice c’è il vicepresidente del Consiglio di transizione, Mohamed Hamdan Dagalo. L’Unione europea ha iniziato a organizzare l’evacuazione dei suoi cittadini dalla capitale, Khartum. Ci sarebbero nel paese almeno 250 italiani, impiegati nelle strutture diplomatiche o nelle ong attive nel travagliato paese.