Milano, 18 apr. (askanews) – Cinque progetti per altrettante Comunità energetiche rinnovabili solidali (Cers) da far nascere nei quartieri Bovisa, Città Studi, Ghisolfa, Chiaravalle e nell’area di Niguarda/Affori/Dergano. Con questi progetti, il Comune di Milano aderisce all’avviso pubblico “Manifestazione di interesse per la presentazione di proposte di comunità energetiche rinnovabili di iniziativa degli enti locali”, aperto dalla Regione Lombardia con l’obiettivo di individuare i comuni interessati a realizzare una o più Cer nel proprio territorio. Se dichiarati ammissibili, i progetti potranno poi accedere alle misure di supporto finanziario regionale.
La Comunità energetica si fonda sulla partecipazione di più utenti che collaborano per produrre, condividere, consumare e gestire l’energia autoprodotta da fonti rinnovabili. L’energia è utilizzata principalmente per l’autoconsumo istantaneo da parte dei membri. Il Comune di Milano ha deciso di aderire a questi progetti (presentati rispettivamente da Politecnico di Milano, Associazione “Verso la CER della Ghisolfa” congiuntamente alla dirigenza scolastica dell’ICS Rinnovata Pizzigoni, Associazione “Terzo paesaggio” e Cooperativa Abitare) affinché la produzione di energia eccedente e gli incentivi correlati vengano destinati ad ampliare l’offerta di servizi di carattere solidale e sociale a favore dei soggetti partecipanti alla Comunità.
Le comunità energetiche, come le altre forme di autoconsumo diffuso, hanno un impatto immediato e positivo per il territorio in cui operano: grazie ad un sistema di produzione e consumo rinnovabile al 100%, contribuiscono a ridurre i costi (ambientali ed economici) derivanti dall’uso di altre fonti energetiche fossili e inquinanti e al contempo contribuiscono all’implementazione della resilienza della rete. La loro promozione risponde ad uno degli obiettivi che il Comune di Milano si è dato coniugando azioni volte alla decarbonizzazione con quelle per il miglioramento della qualità dell’aria, come evidenziato nel Piano Aria e Clima varato dal Consiglio comunale a febbraio 2022 e confermato nel Documento Unico di Programmazione 2023/2025 approvato di recente dalla Giunta: incrementare l’utilizzo di energie ecosostenibili e/o rinnovabili facendo sì che Milano sia in prima linea nelle politiche di superamento della dipendenza da combustibili fossili e altre fonti di energia inquinanti.
Per costituire le prime cinque Comunità energetiche solidali di Milano e realizzare gli appositi impianti fotovoltaici, l’Amministrazione comunale si impegna a mettere a disposizione, per ogni singola proposta, degli immobili di proprietà pubblica. Inoltre, nel rispetto dei principi di trasparenza e concorrenza, verrà indetta una procedura ad evidenza pubblica di manifestazione di interesse, non vincolante, per individuare ulteriori soggetti interessati alla adesione alle CERS proposte a titolo sperimentale. L’Amministrazione ha inoltre proposto linee di indirizzo per valorizzare, secondo criteri di priorità e specificità, le altre possibilità offerte dalla normativa, tra cui l’autoconsumo individuale a distanza, che permette di utilizzare l’energia prodotta da un impianto in più edifici contemporaneamente, e il contrasto alla povertà energetica attraverso la promozione di gruppi di autoconsumatori collettivi.
“Il Piano Aria e Clima del Comune di Milano – ha commentato l’assessore comunale al Verde e Ambiente Elena Grandi – dedica uno dei suoi ambiti, il terzo, al tema dell’energia, puntando a una città che consuma meno e meglio e mirando a raggiungere – solo per fare un esempio – la copertura del 45% dei consumi domestici attraverso l’uso di fonti rinnovabili entro il 2030. Con questa delibera compiamo un passo importante verso un modello di comunità energetica, quello solidale, che ci convince e ci piace: e in cui saremo parte attiva nel reperire gli immobili per la posa degli impianti fotovoltaici e parte in causa per convertire le eccedenze in servizi a favore della comunità stessa. Il percorso è ancora lungo ma avere progettualità ‘sul tavolo’ ci consente di fare la nostra parte e partecipare al bando regionale. Ora è il momento che il Governo definisca puntualmente la materia recuperando il ritardo accumulato in questi anni”.