Udine, 17 apr. (askanews) – “La mia sconfitta? Mancano 3000 voti all’appello. In pratica molte persone non sono tornate a votare al secondo turno e questo ha condizionato l’esito. Adesso ci aspettano anni di opposizione. Io spero che, siccome ho sentito De Toni che ha detto che vuole collaborare, che non stravolga il bilancio del 2023. C’è un bilancio con tante opere pubbliche finanziate, 63 milioni. Io gli consegno un Comune con i conti a posto e spero che almeno l’80% del programma che noi abbiamo avremmo realizzato per quest’anno, venga mantenuto”. Questa la prima reazione di Pietro Fontanini, Lega, candidato sindaco uscente del centrodestra a Udine, sconfitto da Alberto De Toni, eletto primo cittadino del capoluogo friulano per il centrosinistra.
“Senz’altro, se ci sarà disponibilità per quello che abbiamo programmato, daremo un voto favorevole. Noi abbiamo fatto tante cose in questa città. Non ha funzionato purtroppo che la gente al ballottaggio non torna a votare – ha aggiunto Fontanini -. Questo è il problema. È un problema che non riguarda solo la città di Udine, riguarda tanti Comuni. Peccato perché le regole sono queste e così è andata”.
Ai giornalisti che gli chiedevano se nel ballottaggio sono venuti a mancare i voti del centrodestra, Fontanini ha obiettato: “Non è vero perché se sommiamo i voti di coloro che avevano fatto l’accordo avrebbero dovuto prenderne molti di più. Io avevo 19 mila voti, ne ho raccolti 16 mila, mancano 3 mila voti. De Toni ha preso quello per cui si era presentato lui, ma aveva fatto l’accordo con un’altra lista che aveva il 9% di consensi, quindi non ha raccolto tutti i voti nemmeno De Toni”.