Roma, 15 apr. (askanews) – I due maxiemendamenti presentati al cosiddetto Decreto Cutro, che porterebbero nuovamente i richiedenti asilo fuori dal sistema di accoglienza Sai “sicuramente non è quello che serve ai sindaci e non sono certo sia la prima urgenza in questa situazione”. Lo dichiara il sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione, Matteo Biffoni.
“Sono misure già sperimentate in passato – spiega il sindaco di Prato – che non si sono dimostrate particolarmente utili nella gestione dei migranti sui territori, anzi spesso hanno complicato le cose, con ricadute negative in termini di degrado sociale, marginalità e insicurezza”.
Per il responsabile Immigrazione dell’Anci “le urgenze sono altre: minori non accompagnati, innanzitutto, ma pensiamo anche a misure che consentano di accorciare i tempi di rilascio dei permessi di soggiorno, che oggi sono lunghissimi, rallentando i percorsi di autonomia e regolarità amministrativa”.
Biffoni ricorda poi che fino ad ora “I Comuni non sono stati interpellati ma penso sia sempre utile sentire la nostra voce, soprattutto quando si mette mano a misure che impattano sui territori”. “Stiamo ricevendo segnali di preoccupazione da parte del Terzo settore, e questo per noi non può andare bene, perché crea tensione e instabilità, visto il ruolo strategico che lo stesso ha nella gestione dei servizi territoriali e nella mediazione sociale”.
Il sindaco di Prato chiede quindi “un supplemento di riflessione a Governo e Parlamento e affinché non decidano da soli. Il tema è delicato, occorre muoversi con attenzione e cautela e ascoltando i sindaci che, a prescindere dalle appartenenze politiche, hanno a cuore il benessere delle comunità residenti sui territori. Eviterei fughe in avanti non ponderate su temi come questi e mi concentrerei sui problemi concreti”, chiosa il delegato Anci all’Immigrazione.