Roma, 14 apr. (askanews) – “Giancarlo Limoni. La memoria della neve” è la mostra che inaugura la nuova sede di ARATRO, Galleria Gino Marotta-Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università degli Studi del Molise, a Campobasso, che riapre, dopo la pandemia, in un grande spazio espositivo collegato all’Aula Magna di Ateneo. L’antologica, curata da Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio, ripercorre alcuni tratti salienti degli ultimi venticinque anni di lavoro di Giancarlo Limoni (Roma, 1947), protagonista della Nuova Scuola Romana degli anni Ottanta e della pittura italiana contemporanea.
Come scrive Luca Brunese, Rettore dell’Università del Molise: «nelle sue moltissime e possibili interazioni, il lavoro di Giancarlo Limoni ha anche il pregio di rappresentare un simbolo di connessione tra i diversi centri che compongono il Polo Museale della nostra Università. La presenza dei quadri di Limoni nel nostro Ateneo può avere così un importante valore non solo per la sua altissima qualità artistica, ma anche per le molte implicazioni che si configurano nella ricerca, nella didattica e la terza missione di un’Università, che si proietta verso il futuro rinnovando una storia lunga quarant’anni». La memoria della neve raccoglie opere di grandissimo formato, con un nucleo speciale dedicato alla serie dei Quadri bianchi, dove il pittore lega le sue immagini del giardino alle aperture verso il paesaggio, in una combinazione generata dal bianco di una neve irreale e da un’armonia di colori velati e vibranti, germinazioni di piante e di fiori che crescono e premono sotto la coltre lattescente. Come scrive Lorenzo Canova «nella storia umana le arti hanno il dono profetico di intercettare in modo magnetico e sotterraneo le questioni del presente e del futuro, parlando di grandi temi con modi e forme che altre discipline non sono in grado di esprimere. Questo accade, ad esempio, nella mostra di Giancarlo Limoni che, partendo dalla sua personale e poetica ricerca sul tema del giardino e del paesaggio, sembra aver dato vita a un ciclo di opere segnate da una visione innovativa e profetica del nostro presente e di quello che potrebbe essere il nostro futuro, minacciato dalla catastrofe ecologica che grava su terre dove non nevica più, dove i ghiacciai si sciolgono e dove l’acqua scaturita dalle nevi sembra sempre più rara e preziosa». Non a caso, anche Piernicola Maria Di Iorio in catalogo scrive: «i paesaggi divengono così intrecci e interconnessioni nella sua pittura, elementi alla base di un indagare dell’artista sulle qualità profonde che esistono nella natura. Giancarlo Limoni si avvicina alla sua materia mediante un’attenta osservazione e rappresentazione della forma per sviluppare una comprensione e una connessione personale con ciò che vede; percorre quindi un processo creativo che passa da una risposta osservativa a una intuitiva, creando una nuova realtà». In mostra è esposta anche una videoinstallazione del collettivo L’uomo che non guarda, composto da Ambrogio Palmisano e Sonia Gentili: tre poesie con testo dinamico di Sonia Gentili dedicate ai Quadri bianchi di Giancarlo Limoni. Il catalogo della mostra, edito da Gangemi Editore, comprende i testi del Rettore dell’Università degli Studi del Molise Luca Brunese; della Delegata al Polo Museale di ateneo Paola Fortini; di Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio (direttore e curatore di ARATRO) e di Fabio Sargentini, il grande gallerista de L’Attico di Roma che collabora con Limoni da quasi quarant’anni. Il volume raccoglie anche cinque poesie di Roberto Deidier e Sonia Gentili, professori ordinari di Letteratura Italiana alle Università di Palermo e Roma Sapienza, che hanno fatto dialogare i loro versi con la pittura di Giancarlo Limoni. Si ringraziano per la collaborazione: L’Attico-Fabio Sargentini; FFMAAM, collezione Francesco Moschini e Gabriel Vaduva-A.A.M. Architettura Arte Moderna.