Roma, 12 apr. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale ribadisce la tesi secondo cui in questa fase le politiche di bilancio dei Paesi devono essere impostate con una intonazione restrittiva, per evitare di interferire con la lotta inflazionistica che stanno portando avanti le Banche centrali con l’inasprimento monetario. Ma nell’ultimo Fiscal Monitor, il rapporto pubblicato in occasione delle assemblee primaverili a Washington l’istituzione riconosce che le prospettive di breve termine sono “complesse”.
I rischi sono infatti “elevati”, e se le turbolenze finanziarie delle passate settimane dovessero “mutare in crisi sistemiche, la politica di bilancio potrebbe dover intervenire velocemente per facilitarne la risoluzione. Se l’attività economica dovesse indebolirsi in maniera consistente e la disoccupazione dovesse salire – avverte il Fmi – i governi dovranno consentire agli stabilizzatori automatici di lavorare, ad esempio consentendo aumenti dei deficit con l’aumento delle spese per sussidi o con il calo del gettito fiscale, specialmente se le pressioni inflazionistiche risultassero sotto controllo e vi fossero margini di bilancio”.
Secondo il Fmi, più a breve termine la priorità resta quella di ridurre le vulnerabilità sui debiti e ripristinare margini di bilancio. Per l’immediato, comunque, “molti paesi necessitano di una politica monetaria restrittiva per supportare l’attuale processo disinflazionistico, specialmente se l’elevata inflazione si dimostrasse più persistente. Una politica di bilancio più rigorosa – sostiene il Fmi – consentirebbe alle banche centrali di alzare i tassi di interesse meno di quanto dovrebbero fare altrimenti”.