Città del Vaticano, 11 apr. (askanews) – È terminato poco dopo le 23 di martedì 11 aprile 2023 l’incontro, durato 8 ore, tra Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la giovane scomparsa nel nulla il 22 giugno 1983 e il promotore di giustizia vaticana, Alessandro Diddi.
“Sono sereno – ha detto Orlandi ai cronisti che lo aspettavano all’uscita – abbiamo parlato di tante cose, della famosa ‘trattatvia Capaldo’, del trasferimento di Emanuela a Londra, di pedofilia. Finalmente, dopo 40 anni, ho potuto sfogarmi e ho trovato ampia disponibilità a fare chiarezza, a mettere un punto, qualunque sia la responsabilità. Mi hanno ascoltato e hanno accettato tutto quello che avevo da dire, sottolineando che auspicano la massima collaborazione con la Procura di Roma e le altre istituzioni italiane”.
“Sono state verbalizzate tutte le mie dichiarazioni. Ho fatto i nomi delle persone che secondo me dovrebbero interrogare – ha continuato Orlandi – anche di alti prelati come il cardinale Re che stava sempre a casa nostra, di Giani l’ ex comandante della Gendarmeria e altri personaggi eccellenti. Da 3 anni chiedevo di essere ascoltato. Questo è un momento importante perché a qualcosa deve portare, dopo le mie dichiarazioni ci devono essere delle risposte”.
“Ho ricevuto da papa Francesco e dal Segretario di Stato il compito di fare chiarezza e non fare sconti a nessuno – ha concluso Pietro Orlandi – se ci sono responsabilità, anche in alto, io non mi tiro indietro”.