Roma, 6 apr. (askanews) – E’ stata presentata a Roma l’indagine “EISI – Empathy Index del Sistema Italia – Verso un indice nazionale di empatia nei processi decisionali e di informazione”, promossa da VERA Studio in collaborazione con la Fondazione Luigi Einaudi. Francesco Schlitzer, fondatore di VERA Studio, ha introdotto i risultati di questa indagine qualitativa che, per la prima volta in Italia, rileva il grado di empatia nell’ambito dei processi decisionali e di informazione, nata dalla percezione, piuttosto diffusa nell’opinione pubblica e tra gli osservatori dell’Italia, che la società italiana sia sempre più divisa e conflittuale. Ne hanno discusso Andrea Cangini, Segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Laura Boella, docente di Filosofia Morale all’Università Statale di Milano e Gianfranco Rotondi, giornalista e deputato.
La ricerca che ha analizzato i tre ambiti che compongono l’empatia, ovvero Ascolto, Persuasione e Cambiamento, ha visto il coinvolgimento di 100 manager CEO o a Capo della Comunicazione del settore profit e no-profit. Al panel è stato chiesto di esprimere, mediante un’intervista diretta, un giudizio articolato sull’empatia dei tre Corpi Sociali – Istituzioni, Media e Rappresentanze Sociali – che giocano un ruolo da protagonisti sia nell’ambito della costruzione delle regole che in quello della (in)formazione dell’opinione pubblica. L’Indice EISI, espresso in virtù di una media ponderata calcolato su un punteggio da 1 a 10, è stato di “5” espressione di un paese fermo, impantanato.
Le Istituzioni hanno raggiunto uno score di “4,5” insufficiente. Il panel, infatti ritiene che la classe politica sia eccessivamente condizionata dalla ricerca del consenso a scapito del ruolo di indirizzo politico. Ma è la burocrazia a risultare il principale ostacolo al cambiamento. Per i Media il punteggio raggiunto è di “5,5” vale a dire mediocre. Il tema degli assetti proprietari e quindi dell’indipendenza nel settore dell’informazione appare centrale in questa sezione dell’indagine. Inoltre per rincorrere la disintermediazione dell’informazione i Media hanno perso autorevolezza. Per le Rappresentanze sociali, il modello di rappresentanza andrebbe profondamente ripensato soprattutto in un’ottica di condivisione meno corporativismo e più responsabilità. Punteggio”5,5″ vale a dire mediocre.
“La sensazione è che anche oggi nel nostro Paese ci sia un guasto, tanta ruggine che impedisce al sistema di funzionare, facendoci perdere molte opportunità non solo di crescita economica ma anche culturali e d’innovazione” – dichiara Francesco Schlitzer, che aggiunge – “Quello che ci siamo chiesti quindi è se sia possibile, attraverso l’utilizzo di un elemento psicologico, di un sentimento, contribuire a conoscere meglio le ragioni del guasto o quanto meno se sia possibile individuare gli elementi per rimuovere un po’ di questa ruggine nelle dinamiche sociali”.
“L’empatia si alimenta del pregiudizio, il pregiudizio si nutre del contesto, il contesto è in larga parte dovuto al modo di porsi dei tre soggetti testati – commenta Andrea Cangini – se politica, media e parti sociali non avessero passato gli ultimi decenni a delegittimarsi a vicenda e si fossero limitati a svolgere ciascuno la propria funzione nell’interesse dei cittadini, oggi sarebbero senz’altro più popolari e verrebbero ritenuti più empatici”.