Roma, 5 apr. (askanews) – Il Made in Italy è un “meta brand” cioè un brand che raccoglie in se tutti gli altri brand e che per questo comporta un aumento del 20-30% del valore di un prodotto e che deve essere valorizzato anche per favorire l’attrazione di capitali dall’estero. Lo ha affermato il viceministro alle Imprese e al Made in Italy, Valentino Valentini, secondo quanto riporta un comunicato intervenuto nel corso di una visita allo stabilimento produttivo di Alcantara Spa, azienda produttrice di un materiale hi-tech totalmente prodotto in Italia sulla base di un brevetto giapponese.
“Il cambio di nome da Ministero dello Sviluppo economico a Ministero delle Imprese e del Made in Italy – ha sottolineato Valentini – non è una facile trovata di marketing. Qui in questa azienda abbiamo l’esempio di cosa significhi il valore del marchio, cosa significhi rivendicarlo e coltivarlo. Nel marketing, quando il nome del prodotto, del brand e dell’azienda coincidono sei riuscito a raggiungere il massimo. Noi con il Made in Italy volevamo fare lo stesso: il Made in Italy è un brand vero e proprio che si nutre di tutti gli altri brand, è la somma di tutto quello che le aziende italiane fanno nel mondo. Aziende che costruiscono un immaginario, un insieme di valori, un’emozione”. Dunque, Made in Italy “non è un’indicazione geografica perché ha dietro di sé una carica emotiva e valoriale così forte da renderlo un ‘meta brand’, che si nutre di quello che fanno le imprese e gli imprenditori, di tutti gli altri marchi che sono i nostri ambasciatori. Quindi prende da tutti ma restituisce poi alle aziende un premium calcolato intorno al 20-30%”. Però, ha precisato, “Made in Italy non è un concetto statico, che si ha una volta per tutte ma una mission, è un continuo percorso per migliorarsi, per fare meglio, è una scommessa per il futuro attraverso l’investimento in ricerca e innovazione”.
Inoltre, secondo Valentini, che tra le altre ha la delega all’attrazione degli investimenti, “il Made in Italy è un brand non esclusivo ma inclusivo. Nel caso di Alcantara abbiamo fatto un tipo di collaborazione che è una best practice: abbiamo preso un brevetto giapponese e capitali giapponesi, che hanno scommesso sul Made in Italy creando lavoro e benessere. Come governo siamo a disposizione delle imprese, di chi vuole esportare e di chi dall’estero vuole venire in Italia perchè i capitali investiti in Italia possono diventare parte del Made in Italy e rendere molto di più”.