Milano, 5 apr. (askanews) – “In questa edizione del Vinitaly sono state tante le tematiche che ci hanno visti uniti come comparto a tutela del made in Italy, a partire dalla normativa sugli imballaggi dell’Unione Europea, per la quale auspichiamo che il Governo e i deputati impegnati al Parlamento europeo si mobilitino per evitare la standardizzazione degli imballaggi, a prescindere dal prodotto e dal rapporto tra quest’ultimo e il packaging” Lo ha spiegato la presidente di Federvini, Micaela Pallini, che ha partecipato ad alcuni, importanti, appuntamenti di approfondimento e dibattitodurante la 55esima edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati che si è chiuso oggi a Veronafiere.
Secondo Federvini l’omologazione degli imballaggi, così come la priorità assegnata al riuso piuttosto che al riciclo, i tassi di obbligatori di riciclo, gli obiettivi di riutilizzo e i divieti di produzione di alcune tipologie di imballi che emergono dalla proposta di riforma della legislazione che regola gli imballaggi nei Paesi dell’Ue, “rappresentano indirizzi di modifica che rischiano di minare le principali filiere produttive italiane, dall’agroalimentare al turismo”. In particolare la normativa in discussione in sede europea “mostra di penalizzare senza giustificazione valida gli sforzi compiuti dalle imprese del settore vitivinicolo verso l’efficientamento energetico e ambientale, ignorando la valenza identitaria che gli imballaggi ricoprono per prodotti quali vini, spiriti ed aceti”.
Per l’associazione che riunisce i principali produttori e importatori di vini, liquori, acquaviti ed aceti “questa normativa andrebbe accompagnata da evidenze scientifiche che tengano conto sia del reale impatto ambientale del riuso rispetto al riciclo, sia del ruolo fondamentale che il packaging in vetro gioca in termini di qualità organolettiche del vino e della sicurezza alimentare stessa del prodotto”.