Milano, 3 apr. (askanews) – L’opposizione finlandese ha ottenuto la prevista vittoria e anche se la popolarità di Sdp (i social democratici di Sanna Marin) è aumentata, il “blocco di sinistra” nel suo insieme ha subito una sconfitta elettorale. Helsingin Sanomat, il quotidiano più letto nella capitale Helsinki titola: “La Finlandia ha girato a destra”, descrivendo il risultato di queste elezioni legislative, a ridosso dell’ingresso nella Nato per il paese che fino a un anno fa veniva considerato un esempio di neutralità ma che con la guerra in Ucraina ha vissuto un cambiamento di opinione pubblica così repentino da essere indicato da più parti come storico. Poi però in un’analisi HS aggiunge: “La Finlandia si è voltata a destra, ma solo dopo le trattative governative si capirà quanto”, scrive la testata. “All’inizio degli anni 2000, ci si lamentava che non c’era la volontà di separare i partiti finlandesi l’uno dall’altro. Tutti i principali partiti evitavano le linee estreme. Dopo le elezioni di domenica non ci si può più lamentare che non ci sono differenze”.
Petteri Orpo, già in diverse posizioni governative, tra le quali ministro delle finanze finlandese e vicepremier, ieri sera si è dichiarato vincitore delle elezioni parlamentari: la sua Coalizione Nazionale di centro-destra (NCP) è un partito liberale sul fronte economico per una fazione socialmente conservatrice. Supporta le politiche di libero mercato, l’imprenditorialità e la crescita economica, sostenendo anche il benessere sociale e le libertà individuali. Sposato e con due figli, Orpo è anche un ufficiale di riserva della forza di difesa nazionale finlandese. Ed è indubbio che il suo partito ha guadagnato consensi, mentre la Finlandia era ed è alle prese con l’aumento del costo della vita e una crisi energetica generata dalla guerra della Russia in Ucraina.
Le elezioni parlamentari sono diventate una lotta serrata tra tre grandi partiti: la Coalizione (20,8%, 48 seggi), Perussuomalaiset (il partito dei finlandesi, 20,1%, 46 seggi) e Sdp (19,9%, 43 seggi) che hanno chiaramente aumentato il loro elettorato. Riikka Purra, presidente dei nazionalisti di Perussuomalaiset, si è congratulata con la Coalizione e con Orpo. Nel suo discorso nella notte ha ringraziato i sostenitori del partito. “Cari finlandesi, sapete cosa avete fatto? Avete ottenuto il miglior risultato elettorale di questo partito da sempre”, ha gridato Purra – che ha raccolto un totale di 42.589 voti – ai membri del suo partito.
Ma pure l’Sdp emerge in un certo senso come vincitore delle elezioni: il partito della premier uscente è riuscito ad aumentare i propri consensi. È relativamente raro. Marin ha assicurato di essere soddisfatta del risultato. “Questo è un grande giorno perché abbiamo fatto bene alle elezioni. La democrazia ha parlato e abbiamo motivo di essere contenti di questo risultato”, ha detto alla folla del suo partito, escludendo però la collaborazione con Purra.
Il Centro, l’Alleanza di Sinistra e i Verdi invece sono rimasti delusi dal loro risultato. Il Centro perde 8 seggi, i Verdi 7 e l’Alleanza di Sinistra 5. Il sostegno al Centro è rimasto all’11,3%, che dà al partito 23 seggi in parlamento. La sinistra è scesa al 7,1% e i Verdi al 7%. I Verdi ottengono 13 seggi in parlamento, l’Alleanza di Sinistra 11.
Forse la sconfitta peggiore è quella dei Verdi che hanno perso seggi in molti collegi elettorali, ma il peggior crollo si può considerare quello a Helsinki. Nelle elezioni parlamentari del 2019, il partito era il più numeroso nel collegio elettorale della capitale, ma in queste elezioni i Verdi sono scesi al terzo posto. La presidente del partito Maria Ohisalo ha ammesso durante la notte delle elezioni che il risultato dei Verdi è una grande delusione.
E ora? Si apre una fase di difficili negoziati. Ufficialmente, il governo inizia a formarsi quando il presidente del partito con il maggior numero di parlamentari invita tutti i partiti a eleggere un funzionario governativo (il 14 aprile). La Coalizione ha annunciato che la questione più importante nelle trattative di governo è l’economia, cioè l’aggiustamento dei conti pubblici. Per questo motivo, la cooperazione con il partito dei finlandesi sarebbe più facile che con Sdp.
Comunque con una quota di voti del venti per cento ciascuno, nessun partito cambierà enormemente la Finlandia in quattro anni, anche se è quello del primo ministro. La Finlandia rimane uno stato sociale, anche se più povero di altri paesi nordici. Il clima, la cooperazione allo sviluppo e la politica sull’immigrazione cambieranno almeno in parte se ci saranno finlandesi di Purra nel governo. E la Finlandia forse potrebbe spostarsi verso il modello danese. Ma quello che non può campbiare è la posizione geografica del Paese, con un lunghissimo confine con la Russia e una guerra ucraina che continua a minacciare l’Europa.