Roma, 1 apr. (askanews) – Il nuovo decreto flussi risponde all'”esigenza manifestata dal mondo produttivo e si accompagna alla nostra azione di contrasto alla criminalità, all’inasprimento delle pene contro i trafficanti di esseri umani. Non devono essere gli scafisti a scegliere chi deve entrare (e poi restare) in Italia, perché questo è un danno prima di tutto per i tanti migranti che ne avrebbero potuto beneficiare”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una intervista al ‘Messaggero Veneto’.
“Per avere personale qualificato, quello che serve alle aziende – aggiunge – bisogna cambiare radicalmente la forma mentis che fino all’altro ieri dominava la politica italiana a Bruxelles: l’idea che non ci sia niente da fare, che l’Italia sia vittima pre-destinata della migrazione irregolare, senza controllo, a causa della sua posizione al centro del Mediterraneo, che ogni tentativo di felmare l’ondata migratoria dalla Tunisia sia vano e dunque che dobbiamo subire e tacere in Europa. Quell’era è finita, in poche settimane abbiamo impresso una nuova direzione alla politica dell’Europa, la Commissione ha accolto le nostre posizioni e ora condivide con noi un intervento che punta a vigilare sulle rotte del Mediterraneo centrale e orientale, combattere i trafficanti, aumentare la presenza dell’Europa in Africa per fare formazione, prevenzione, selezione dei talenti che vogliono venire in Italia. So che la rotta orientale dell’immigrazione è il tema chiave per il Friuli Venezia Giulia, ma l’impostazione non cambia: controllo, azione sul territorio, investimenti, flussi regolati”.