Milano, 30 mar. (askanews) – Per le Cantine italiane la sostenibilità nel vino è un impegno autentico, che non risponde solo a una domanda del mercato, ma è assunzione di responsabilità etica nei confronti di sfide globali e locali, coerente con l’identità e la cultura aziendale e richiede investimenti a lungo termine in ricerca e innovazione. E’ quanto emerge da un’interessante indagine condotta da Walden Lab e The Round Table sul significato del termine “sostenibilità” per le aziende vitivinicole italiane. Lo studio è stato presentato questa mattina a Milano prima della premiazione della nona edizione del Premio Gavi “La buona Italia 2023”, organizzato dal Consorzio Tutela del Gavi, che lo ha commissionato.
Dalla ricerca condotta sulle 21 aziende nella short list del premio, risulta che la sostenbilità, ambientale, economica, sociale ma anche culturale, è un “elemento di sostanza” in grado di valorizzare la produzione vinicola con ricadute dirette sulla qualità e le performance del prodotto, sull’immagine dell’azienda e, a tendere, ha ricadute positive anche sul piano economico. Una responsabilità che per le Cantine non può prescindere da un’azione educativa orientata a promuovere una modalità di consumo consapevole e responsabile, improntata alla misura e alla moderazione, all’apprezzamento della qualità più della quantità.
Comunicarla in modo corretto significa quindi poter contare su uno strumento di differenziazione, che rafforza la reputazione e l’attrattività del marchio. Al “greenwashing” vanno opposti serietà, coerenza, trasparenza e concretezza – hanno spiegato gli autori della ricerca – con iniziative di comunicazione finalizzate ad informare, sensibilizzare ed educare ai valori della sostenibilità, sia attraverso l’utilizzo di strumenti tradizionali e digitali, sia con strumenti come il Bilancio sostenibile, le certificazioni ma anche con le visite in Cantina. Un’attenzione che va veicolata non solo all’utente finale ma anche alla pluralità degli stakeholder, ai propri fornitori e venditori, alla comunità e al territorio circostante e naturalmente anche ai propri dipendenti.
“Ancora una volta lo scenario indicato dal premio e l’analisi condotta sono un esempio da seguire” ha dichiarato il presidente del Consorzio Tutela del Gavi, Maurizio Montobbio, spiegando che “abbiamo dimostrato come gli imprenditori del vino in Italia comunicano la sostenibilità non tanto perché sia obbligatorio ma perché credono sia la strada giusta”. “E’ un modello a cui ispirarsi, anche per i produttori più piccoli, e ci porta ad una riflessione: ci aspetta un futuro complesso in cui la responsabilità delle nostre azioni sarà totalmente sulle spalle dei produttori” ha proseguito Montobbio, concludendo “fare bene le cose e dirlo dopo averle fatte dimostrerà la credibilità di un intero settore e la sua capacità di rinnovarsi”.