Bruxelles, 24 mar. (askanews) – Un vertice Ue poco interlocutorio, una sorta di ‘brain storming’ fra i capi di Stato e di governo senza sorprese e nessuna vera, nuova decisione. Questo è stato il Consiglio europeo svoltosi oggi a Bruxelles, nella sua prima giornata che era dedicata a tutti i temi caldi, lasciando per domani i temi finanziari all’Eurosummit allargato a tutti i paesi Ue, con la presidente della Bce Christine Lagarde e il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe.
Sintetizzando i risultati del vertice, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nella conferenza finale di questa sua prima giornata, ha aggiunto alcuni dati che possano riempire parzialmente il vuoto delle decisioni. ‘Prima di tutto – ha riferito – abbiamo avuto una intensa discussione con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, sulla lotta al cambiamento climatico e sul nostro tentativo di limitare il riscaldamento globale. In effetti, – ha ricordato – l’ultimo rapporto dell’Ipcc (il Gruppo intergovernativo dell’Onu sul cambiamento climatico, ndr), pubblicato lunedì scorso, è un importante monito sull’avanzamento del riscaldamento globale’.
‘Siamo consapevoli – ha continuato von der Leyen – del fatto che gli obiettivi a lungo termine sono importanti, ma è ancora più importante agire ora: dobbiamo intensificare e accelerare i nostri sforzi. Una buona notizia, anche se la situazione è difficile, è che l’Unione europea sta rispettando i programmi: abbiamo il nostro Green Deal ma abbiamo anche dei target chiari nel ‘Fit for Fifty Five’, e vogliamo gettare le basi per la neutralità climatica entro il 2050′.
‘Noi stiamo rispettando i tempi: secondo le cifre dell’Ipcc stiamo addirittura facendo di più del previsto, e questo è positivo e necessario: lo scorso anno le emissioni di gas serra sono aumentate dell’1% a livello globale, mentre nell’UE nonostante la crisi energetica siamo riusciti a ridurre le nostre emissioni del 2,5%’, ha rivendicato la presidente della Commissione.
Il secondo punto che ha menzionato è naturalmente quello dell’Ucraina, che ha visto anche l’ormai usuale intervento in videoconferenza del presidente Volodomyr Zelensky. ‘E’ stato un dibattito intenso, positivo. Un argomento mi sta particolarmente a cuore – ha detto von der Leyen – è quello dei bambini ucraini deportati in Russia, che ci ricordano quanto siano bui questi tempi per la nostra storia. Deportare i bambini è un crimine di guerra. Oggi siamo a conoscenza di 16.200 bambini deportati, e soltanto trecento di questi sono tornati a casa. Queste azioni criminali giustificano appieno il mandato di arresto da parte del Tribunale penale internazionale’ contro il presidente russo Vladimir Putin.
La presidente della Commissione ha quindi annunciato un’iniziativa che ha preso, ‘in partenariato con il popolo ucraino con il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, abbiamo lasciato un’iniziativa per riportare a casa questi bambini deportati dalla Russia. A questo fine organizzeremo una conferenza. E’ l’inizio di un duro lavoro, ma abbiamo intenzione di fare pressione internazionale: vogliamo adottare tutte le misure possibili per stabilire dove si trovino questi bambini. insieme agli organismi delle Nazioni Unite e delle organizzazioni internazionali competenti cercheremo di avere migliori informazioni, più complete, sui bambini che sono stati deportati in Russia, e questo include anche i bambini che poi successivamente sono stati adottati da famiglie russe’.
All’Ucraina, ha proseguito von der Leyen, ‘continuiamo a dare tutto l’aiuto possibile: questa settimana abbiamo sborsato una nuova tranche di assistenza macro finanziaria di 1,5 miliardi di euro, con cui vogliamo aiutare l’Ucraina a continuare a funzionare mentre si sta difendendo’ dall’aggressione russa. ‘E stiamo anche intensificando il nostro sostegno militare a favore dell’Ucraina. In questo contesto sono particolarmente lieta dell’accordo raggiunto al Consiglio affari esteri’, lunedì scorso, ‘che dovrebbe portare alla fornitura di un milione di munizioni’ d’artiglieria ‘nel corso dei prossimi 12 mesi’.
‘Naturalmente dobbiamo anche intensificare la nostra capacità di produzione in Europa, se vogliamo raggiungere Questo obiettivo’, ha avvertito la presidente della Commissione, che ha annunciato a questo punto un’altra iniziativa: ‘Abbiamo parlato di come possiamo fare rapidi progressi in questo senso; la Commissione formulerà una proposta giuridica che consentirà di intensificare la produzione industriale di munizioni. Serve una proposta giuridica perché include anche un sostegno dal bilancio dell’Unione europea. Si tratta di ricostruire e ristrutturare la nostra capacità di produzione, e di accelerare anche la filiera di fornitura’.
Von der Leyen ha poi segnalato un piccolo paradosso di cui si è parlato nel vertice Ue: l’impatto negativo che sta avendo sugli agricoltori di alcuni paesi membri ‘l’importante successo dei corridoi di solidarietà che hanno consentito all’Ucraina di esportare enormi quantitativi di cereali e altri prodotti agricoli. Si tratta di un corridoio che si affianca all’iniziativa per il Mar Nero’.
‘Dobbiamo aiutare gli agricoltori europei che subiscono le conseguenze delle grandi quantità di cereali che arrivano ora sul mercato e che hanno un impatto sui prezzi, proprio nei paesi che sono in prima linea e che aiutano di più per l’attuazione di questi corridoi, e che naturalmente non devono soffrire di più. Abbiamo mobilizzato pertanto – ha riferito von der Leyen – più di 56 milioni di euro dalla riserva agricola. Ma non basta: questo l’abbiamo capito oggi, e siamo grati alla Romania per la sua proposta di aumentare questo importo per gli agricoltori che si trovano in questi paesi’.
La presidente della Commissione è passata quindi al tema della competitività economica e industriale, anche in risposta all’iniziativa americana dell’Ira (‘Inflation Reduction Act’). ‘La concorrenza a livello internazionale è molto dura, stiamo cercando di mantenere la nostra posizione. Attraverso i nostri contatti con i partner statunitensi siamo riusciti ad affrontare alcune delle principali preoccupazioni per i veicoli elettrici: ad esempio gli Stati Uniti sono d’accordo con noi che i produttori europei avranno accesso al mercato statunitense proprio come le loro controparti americane, e avranno anche le stesse agevolazioni fiscali. E le materie prime che vengono dall’Unione europea o che sono raffinate nell’Ue saranno trattate alla stessa stregua delle materie prime estratte o raffinate negli Stati Uniti, e per questo sarà negoziato un accordo specifico’.
‘Un altro accordo che abbiamo raggiunto con gli Stati Uniti è che ci sarà un dialogo trasparente sui sussidi per le tecnologie green, per fare in modo che i regimi che abbiamo dai due lati dell’Atlantico si rafforzino reciprocamente invece di farsi concorrenza. Ma per far fiorire la nostra industria verde naturalmente dobbiamo fare ancora molto nell’Unione europea. Ed è questo – ha sottolineato von der Leyen – che serve il piano industriale del Green Deal. Nell’ultimo vertice i leader hanno sostenuto espressamente ai principali pilastri del nostro piano industriale del Green Deal e quindi la Commissione ha presentato le sue proposte giuridiche concrete: il regolamento per l’industria a zero emissioni nette e quello sulle materie prime critiche. Le proposte formulate sono in linea con le conclusioni dei leader, e ora sta al Parlamento europeo e al Consiglio ue trovare un accordo rapido sulle queste proposte legislative’.
La concorrenza globale, comunque, ‘non si limita al settore delle tecnologie pulite: dobbiamo agire su altri diversi fronti e ne abbiamo parlato in modo approfondito per diverse ore’ durante il vertice. ‘Innanzitutto dobbiamo sfruttare meglio il nostro mercato unico, eliminare le barriere che ancora esistono, poi dobbiamo approfondire l’Unione dei mercati dei capitali e ultimare finalizzare anche l’Unione bancaria. Questo – ha rilevato la presidente della Commissione – è essenziale per sbloccare la grande quantità di investimenti privati che è necessaria’.
Inoltre, ‘abbiamo bisogno di grandi investimenti pubblici in infrastrutture e in progetti innovativi’; ma le finanze pubbliche, ha avvertito von der Leyen, devono essere ‘sostenibili’. Questo è ‘il tema delle regole che devono essere adatte a questa sfida: in altre parole, della riforma del nostro quadro di governance economica europea’, ovvero del Patto di stabilità.
Bisogna poi ‘rafforzare la spesa nella ricerca e sviluppo, perché l’innovazione è la chiave del successo nel mercato unico. Abbiamo da più di 20 anni l’obiettivo di investire il 3% del Pil in ricerca e sviluppo, ma ci siamo ancora: siamo arrivati al 2,3%. I nostri principali concorrenti hanno investimenti molto più elevati. Quindi accolgo con grande favore l’iniziativa della Presidenza svedese’ di turno del Consiglio Ue ‘di discutere di un aumento di questo obiettivo, e di come possiamo migliorare e accelerare gli investimenti in ricerca e sviluppo’, ha aggiunto la presidente della Commissione.
C’è poi il punto, che ‘è stato oggetto di una lunga discussione’ ma di portata troppo ampia per poter arrivare a conclusioni oggi, ‘delle competenze professionali che sono fondamentale per il nostro mercato interno per il nostro successo economico. Dobbiamo effettivamente diventare più bravi ad attirare personale qualificato’, ha indicato von der Leyen
E poi naturalmente ci sono i problemi delle materie prime e del rafforzamento delle catene di fornitura attraverso nuovi accordi di libero scambio.
Infine, all’ultimo punto, il Consiglio europeo ha brevemente affrontato il tema dell’immigrazione, dove non c’erano decisioni da prendere. ‘Com’è noto, – ha ricordato la presidente della Commissione – avevo scritto una lettera al Consiglio europeo subito prima del vertice, in cui avevo elencato tutte le nostre attività svolte dall’ultimo Consiglio europeo di febbraio proprio per affrontare il problema dell’immigrazione. Ho menzionato anche tutte le nostre misure operative. E qui l’attenzione era ed è, prima di tutto, lavorare per rafforzare il confine tra Bulgaria e Turchia’. C’è stato ‘il lancio di due progetti pilota sulla gestione delle frontiere, su come gestiamo alla frontiera i migranti che arrivano, non solo in Bulgaria ma anche in Romania; e per mostrare le migliori pratiche di gestione delle frontiere con procedure rapide di asilo o di rimpatrio’. Inoltre, ‘stiamo lavorando con i nostri partner dei Balcani occidentali, in questo caso principalmente attraverso l’agenzia Frontex, che ora ha dispiegato le sue guardie di frontiera nella regione
‘Stiamo rafforzando le capacità di ricerca e soccorso in mare dei partner nordafricani. A ciò si aggiungono maggiori sforzi nella lotta contro i trafficanti. Infine, stiamo intensificando la cooperazione con i paesi terzi sui rimpatri’, ha concluso von der Leyen, negli unici tre punti che ha citato che possono riferirsi anche, ma non solo, alla rotta del Mediterraneo centrale, che interessa direttamente l’Italia.