Roma, 23 mar. (askanews) – La Russia spera di firmare il contratto per le forniture di gas alla Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia 2 entro la fine dell’anno. L’ha detto oggi il vicepremier Alexander Novak, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Tass.
“I termini contrattuali devono ora essere finalizzati tra Gazprom e la (cinese) CNPC. Lo studio di fattibilità, il progetto del gasdotto attraverso il territorio della Mongolia è già in corso”, ha detto Novak. “Noi speriamo – ha continuato – che le nostre compagnie raggiungano l’accordo e firmino il contratto entro la fine dell’anno”.
Il gasdotto dovrebbe trasportare 50 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno dalla penisola russa di Yamal, nella Siberia occidentale, alla Cina attraverso la Mongolia. E’ da decenni che Mosca e Pechino ragionano di questa infrastruttura senza arrivare a una conclusione. Ma, con la guerra in Ucraina e il blocco all’export di gas russo nei paesi Ue, per Mosca è diventato vitale trovare uno sbocco orientale al suo gas. E questo ha accelerato le trattative.
Novak, al termine del summit di mertedì scorso al Cremlino tra i presidenti russo e cinese Vladimir Putin e Xi Jinping aveva dichiarato che la Russia desidera firmare l’accordo “il più rapidamente possibile”. In precedenza aveva inquadrato Power of Siberia 2 come un’alternativa al Nord Stream 2, la pipeline che trasportava il gas russo in Germania e che è saltata in aria per un sabotaggio dopo lo scoppio della guerra.
Nella dichiarazione congiunta rilasciata dopo il summit, la parte che riguarda Power of Siberia 2 recita che “le due parti lavoreranno insieme per promuovere studi e consultazioni sul nuovo progetto di gasdotto Cina-Mongolia-Russia”. Si tratta di una formulazione vaga, che non esplicita alcun impegno cogente da parte di Pechino. E questo stride con l’affermazione ben più assertiva di Putin nella conferenza stampa congiunta con Xi, quando ha detto che “praticamente tutti i parametri di quell’accordo sono stati finalizzati”.
Per la Cina, che è il più grande importatore mondiale di gas, il gasdotto rappresenta un progetto importante per l’approvvigionamento, ma che deve tener conto anche della variabile geopolitica. D’altronde, il conflitto in Ucraina è un fenomeno temporaneo e l’esito è ancora incerto: da esso dipenderà anche la possibilità che riprendano le forniture russe verso l’Europa in futuro.
Attualmente la Cina riceve gas russo attraverso il gasdotto China-Russia East Route. Mosca è il secondo fornitore di gas della Cina, dopo il Turkmenistan. Power of Siberia 2 è un gasdotto più lungo e tecnicamente complesso da costruire rispetto all’altro che fornisce gas russo.
Pechino, pur consapevole che il trasporto via pipeline rende il gas più economico del gas naturale liquefatto (GNL), considera però il GNL trasportato via mare più sicuro e questo potrebbe rendere la Cina non necessariamente ansiosa di aggiungere un’altra rotta per l’afflusso di gas dalla Russia.
Negli ultimi anni la Cina ha cercato di diversificare le sue importazioni di energia. Sul gas naturale sono in corso negoziati anche con i paesi dell’Asia centrale. In particolare si discute di un nuovo gasdotto dal Turkmenistan attraverso il Tagikistan e il Kirghizistan per alimentare la crescita economica. Pechino si è inoltre impegnata a intensificare l’esplorazione interna nella speranza di aumentare le riserve e la produzione di gas nazionali.
Secondo le proiezioni dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie), una volta che la linea Power of Siberia raggiungerà la piena capacità, la Cina potrebbe non aver più bisogno di un altro collegamento su larga scala con la Russia. Nel suo rapporto World Energy Outlook 2022, l’agenzia ha affermato che la crescita della domanda di gas in Cina è sulla buona strada per rallentare al 2% all’anno tra il 2021-30, rispetto a un tasso di crescita medio del 12% all’anno del precedente decennio, visto anche l’orientamento di Pechino verso il rafforzamento della produzione da rinnovabili. Nel frattempo, gli importatori cinesi hanno attivamente stipulato contratti per nuove forniture di GNL a lungo termine e l’offerta contrattuale esistente è adeguata per soddisfare la domanda prevista fino agli anni 2030, afferma il rapporto.