Liguria, Giunta regionale approva piano socio sanitario 2023/25 – askanews.it

Liguria, Giunta regionale approva piano socio sanitario 2023/25

Toti: l’obiettivo è offrire un’assistenza migliore ai pazienti
Mar 23, 2023

Genova, 23 mar. (askanews) – La giunta regionale della Liguria ha approvato oggi in prima bozza il piano socio sanitario 2023-2025. Tra i principali punti del piano, per quanto riguarda i pronto soccorso, due modelli organizzativi a geometria variabile per riequilibrare gli sbilanciamenti tra l’area metropolitana di Genova e le restanti parti del territorio regionale. La programmazione regionale prevede, inoltre, l’apertura di 9 punti nascita, 11 ospedali di comunità, 32 case di comunità, di cui 30 finanziate dal Pnrr, 16 centrali operative territoriali e 3 centrali del 118.

“Quello di oggi è il primo step formale importante – spiega il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – verso l’iter di perfezionamento e definitiva approvazione in Consiglio regionale. Nei prossimi giorni questa bozza del piano socio sanitario verrà inviata al Ministero della Salute, a cui abbiamo anticipato i contenuti parlando con il ministro Schillaci. Aspetteremo le deroghe, sia a livello nazionale che regionale, per le autorizzazioni. L’assessore alla Sanità Gratarola aprirà quindi la fase di confronto in tutta la Liguria con i sindaci dei distretti sociosanitari, Federsanità e con tutti gli stakeholder per illustrare i dettagli e recepire suggerimenti e osservazioni da portare in Consiglio regionale”.

“Si tratta di un iter complesso – sottolinea il governatore ligure – in cui si inseriscono anche il Pnrr, con le case della salute e gli ospedali di comunità e le centrali operative territoriali, il piano di edilizia ospedaliera pubblica finanziata anche da Inail, la riforma della professione medica e l’aumento del personale sanitario. L’obiettivo condiviso è quello di offrire ai liguri una sanità più efficace, garantendo ai pazienti una migliore assistenza, da un lato con prestazioni più vicine a casa per quanto riguarda la bassa complessità e dall’altro con cure specialistiche per le patologie complesse nei centri ospedalieri maggiormente all’avanguardia anche dal punto di vista della ricerca scientifica, in una logica di hub e spoke, facendo tesoro dell’esperienza, anche molto dolorosa, della pandemia”.

“Il piano – aggiunge l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola – nasce utilizzando due fondamentali assetti normativi: da un lato il decreto ministeriale 77 che riorganizza l’assistenza territoriale attraverso ospedali di comunità, case di comunità e centrali operative territoriali, dall’altro il decreto ministeriale 70 del 2015, più noto come decreto Balduzzi, che disciplina il numero delle unità operative all’interno degli ospedali e delle aziende sanitarie. Attraverso l’applicazione di queste normative si genererà il rafforzamento del territorio che prenderà in carico il paziente per le patologie croniche e non urgenti. L’urgenza e le complessità più elevate saranno invece di pertinenza delle strutture ospedaliere”.

“Il piano – ricorda l’assessore ligure – nasce in un momento di estrema crisi della sanità italiana e internazionale. Vi è una grande carenza di personale sanitario generato da una minore appetibilità di alcune discipline mediche accanto ad una non puntuale programmazione dei fabbisogni che trova le sue origini indietro nel tempo. Il Covid ha ulteriormente accelerato il processo di uscita di molte professionalità dal mondo sanitario rendendolo più fragile. Non sono esenti da difficoltà i medici di famiglia, la continuità assistenziale e i pediatri di libera scelta che vedono scendere il numero dei professionisti soprattutto nelle aree interne della regione lasciando molti territori carenti”.

“La grande scommessa del sistema – conclude Gratarola – è dunque quella di fare economie di scala, ovvero generare sinergie tra le strutture attraverso i dipartimenti interaziendali, perseguire politiche di appropriatezza delle prestazioni, favorire nell’ambito della medicina territoriale le aggregazioni funzionali. Risulta così ancor più necessario l’impiego della telemedicina attraverso tecnologie ormai consolidate in grado di fornire dati e parametri sufficienti a poter garantire al curante una valutazione anche a distanza. Da tempo si parla di integrazione ospedale-territorio e questa è un’occasione unica per mettere definitivamente a terra questo legame garantendo da un lato le necessità del cittadino nelle malattie croniche e dall’altro la missione degli ospedali per il trattamento delle forme acute per le grandi patologie”.