Emanuela Orlandi, il fratello Pietro: oggi sentito vicino lo Stato – askanews.it

Emanuela Orlandi, il fratello Pietro: oggi sentito vicino lo Stato

Intervista a Tag24 della emittente Unicusano
Mar 23, 2023

Roma, 23 mar. (askanews) – Il caso Emanuela Orlandi, così come quello di Mirella Gregori, fanno parte dei misteri che il nostro Paese non è mai riuscito a risolvere. Guai però ad arrendersi. Per questo è arrivato, con un voto all’unanimità l’ok alla proposta di legge che istituisce la Commissione bicamerale d’inchiesta con l’obiettivo di fare luce, a 40 anni di distanza, sulla scomparsa delle due ragazze. Con 245 sì su 245 votanti, ora il testo passa al Senato che sarà chiamato ad esprimersi. In esclusiva per Tag24, il programma della emeittente Unicusano, il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha raccontato l’emozione vissuta in mattinata e ha svelato cosa si aspetta adesso.

“Siamo molto soddisfatti, mi ha fatto piacere ovviamente la votazione favorevole all’unanimità – ha spiegato – Sono stato felice, essendo in Aula, di sentire le relazioni dei Deputati che hanno parlato senza distinzione di schieramento politico analizzando in maniera sincera ciò che ci è successo. La volontà è quella di fare chiarezza su tutte quelle anomalie a cui abbiamo assistito in questi 40 anni. Ho notato una grande vicinanza da parte delle Istituzioni, come mai era accaduto prima. Ho sentito l’affetto vero in quel lungo applauso che tutta l’Aula ha rivolto noi. È stato davvero commovente”.

Un mistero vero e proprio che avrebbe coinvolto personaggi importanti, dal Vaticano alla Banda della Magliana, motivo per il quale, secondo Pietro, tanti testimoni avrebbero evitato di parlare in questi anni: “Alcuni dei colpevoli forse non ci sono più – ha detto – ma questo non significa che non si debba arrivare a capire chi è stato. Io considero colpevoli anche tutti coloro che sono a conoscenza di qualcosa e hanno evitato di parlare e di aiutarci in tutti questi anni”.

“Abbiamo fatto numerose istanze per essere ascoltati dai promotori di giustizia in Vaticano. Siamo in possesso di nuovi elementi che abbiamo raccolto da soli, dall’archiviazione del 2016 ad oggi, ma non ci hanno mai voluto ascoltare. Il 9 gennaio – ha continuato Pietro – hanno aperto un’inchiesta interna al Vaticano e noi il 10, tramite avvocati, abbiamo fatto richiesta di essere ascoltati. Sono passati due mesi e mezzo e per ora abbiamo ricevuto solo silenzio assoluto. In mano abbiamo prove interessanti, degli screenshot che coinvolgono persone vicine a papa Francesco e volevamo almeno poter comunicare i nomi così da avere la loro versione dei fatti, ma niente, non vogliono sapere”. (Segue)