Roma, 22 mar. (askanews) – Il Regno Unito ha annunciato la sua intenzione di inviare all’Ucraina munizioni all’uranio impoverito, nonostante le polemiche degli anni scorsi sulla legalità del loro utilizzo in teatri di guerra. Le armi perforanti contenenti uranio impoverito restano in dotazione a diversi Paesi del mondo. La Gran Bretagna ne possiede almeno due tipi: le Charm 1 e le Charm 3. Entrambi possono essere utilizzati come munizioni per i cannoni da 120 millimetri, montati su alcuni carri armati in dotazione all’esercito. E’ anche il caso dei Challenger 2, i tank che il governo guidato da Rishi Sunak si è impegnato a inviare all’Ucraina. L’uranio impoverito è un sottoprodotto del procedimento di arricchimento dell’uranio, utilizzato sia in ambiti civili che militari. Il suo utilizzo è agevolato dai bassi costi e da una facile reperibilità. In campo militare, l’uranio impoverito è utilizzato nelle munizioni anticarro e per perforare i mezzi corazzati. Dopo un trattamento specifico, infatti, l’uranio impoverito diventa duro e resistente, denota un’elevata densità e risulta molto efficace proprio se utilizzato con il fine di penetrare i mezzi corazzati del nemico.
Nella fabbricazione del proiettile all’uranio impoverito è utilizzata anche una piccola percentuale di plutonio. Il plutonio e l’uranio, all’atto dell’esplosione, sviluppano una piccola reazione atomica che eleva la temperatura del punto di contatto del proiettile. Così facendo, la corazza di un carro armato viene penetrata e fusa. Dopo l’impatto, una parte dell’uranio contenuto inizialmente nel proiettile si dissolve nell’aria. La sua radioattività è considerata di basso livello ma l’esposizione a questo materiale può causare danni a pancreas, reni, stomaco, intestino. In taluni casi può avere effetti carcinogeni o creare malformazioni in uno o più organi del feto. Uno dei rischi più importanti è legato all’inalazione del materiale polverizzato o alla sua introduzione nell’organismo tramite cibo o acqua. Manifestazioni di tossicità sono poi possibili anche nel caso di contatto attraverso ferite. Le malattie sviluppate dai militari durante le guerre in Iraq, Afganistan e nei Balcani sono state definite come Sindrome della Guerra del Golfo e Sindrome dei Balcani.