Roma, 17 mar. (askanews) – Alessandro Borghi dagli scenari di “Otto montagne” passa all’ambientazione cupa, paludosa, oscura del Delta del Po nel film di Michele Vannucci “Delta”, nei cinema dal 23 marzo. Lui vive in una baracca con una famiglia romena che pesca illegalmente, mentre Osso, il personaggio interpretato da Luigi Lo Cascio, vuole difendere il fiume dalla pesca indiscriminata. Il loro è uno scontro sordo e violento, tra le nebbie di un luogo isolato, dove gli istinti e i conflitti esplodono senza argini.
“Nella prima riunione che fanno gli ecologisti c’è subito il desiderio di andare lì a fare a botte, di andare lì a sistemare, a farsi giustizia da soli” spiega Lo Cascio. “Però quella stessa rabbia non so se sarebbe stata impiegata se si fosse saputo sin dall’inizio che i predatori, i bracconieri, erano degli italiani, gente del luogo”.
“E’ anche, tantissimo, un film sull’empatia, no? Alla fine del film è come se allo spettatore venisse richiesto dalla parte di chi stare, ed è impossibile fare una scelta. Questo perché? Perché è un film che ti costringe a seguire i racconti di tutti e due, e a trovare nel racconto di tutti e due i personaggi una spiegazione e un movimento che li porta a fare delle cose anche estremamente sbagliate. E visto che abbiamo molto bisogno di empatia in questo momento storico credo che nel film ci sia un messaggio importante” aggiunge Borghi.