Roma, 16 mar. (askanews) – La deportazione da parte della Russia di bambini ucraini nelle aree sotto il suo controllo in Ucraina e nel proprio territorio rappresenta un “crimine di guerra”. Lo ha affermato un gruppo di inquirenti delle Nazioni Unite, che indica anche possibili crimini contro l’umanità.
Nel suo primo rapporto da quando la Russia ha lanciato la sua offensiva contro l’Ucraina il 24 febbraio 2022, la Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite ha stabilito che “le situazioni esaminate riguardanti il trasferimento e la deportazione di bambini, rispettivamente all’interno dell’Ucraina e nella Federazione Russa, violano il diritto internazionale umanitario e rappresentano un crimine di guerra”.
Secondo Kiev, fino alla fine di febbraio sono stati deportati in Russia 16.221 bambini, ma la Commissione non è stata in grado di verificare questi dati. Ha detto, tuttavia, che i funzionari russi hanno intrapreso azioni legali e politiche in merito al trasferimento di bambini ucraini e che il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto nel maggio 2022 che rende più facile concedere la cittadinanza russa a determinati bambini. Gli inquirenti accusano anche Mosca di essersi macchiata di possibili “crimini contro l’umanità”.