Mundys, parenti vittime Morandi: nuovo nome non cancella tragedia – askanews.it

Mundys, parenti vittime Morandi: nuovo nome non cancella tragedia

Possetti: nessun restyling può far dimenticare quanto avvenuto
Mar 16, 2023

Genova, 16 mar. (askanews) – “Atlantia cambia nome e diventa Mundys, che pare evocare il latino ‘mundis’: pulito, puro. Nessun restyling e nessun nuovo nome possono cancellare, far dimenticare, nessun bagno purificatore può affievolire quanto avvenuto”. Lo afferma in una nota Egle Possetti, presidente del comitato in ricordo delle vittime del Ponte Morandi.

“Quando avviene una tragedia come la nostra – sottolinea Possetti – non c’è nulla purtroppo che si possa fare per tornare indietro. Anche se ci fosse buona volontà, rimangono i buchi inferti dai chiodi che sono stati piantati, noi ne abbiamo 43 di buchi, un vuoto incolmabile, abbiamo chilogrammi di rabbia, di amarezza nel vedere quanta incompetenza, delinquenza, leggerezza sia stata introdotta in tutta la vicenda. Ogni volta che andiamo in aula ci si rivolta lo stomaco ed aggiungiamo amarezza e rabbia”.

“Ora che la cassaforte della famiglia Benetton – aggiunge la presidente del comitato dei parenti delle vittime – cambia nome, cessa un nome scomodo, noi visualizziamo già il futuro, questa iniziativa di business troverà un’ampia corte che si inchinerà riverente a questo cambio di passo, che si inchinerà alla voglia di ‘reagire’ di questa società, che si inchinerà alle campagne pubblicitarie progresso, alla vicinanza di personaggi di richiamo. Noi no!”.

“Non dovrebbe – spiega Possetti – inchinarsi nessuno. Tutto quanto avvenuto, a loro dire, per avere troppo ‘delegato’, non convince, e non convince soprattutto noi. Viene la pelle d’oca a pensare che questo gruppo possa diventare leader mondiale delle infrastrutture e viene la pelle d’oca a pensare che una nazione possa avere a suo tempo pensato di cedere infrastrutture sensibili, come quelle aeroportuali ad una società privata, ma ora sarebbe comunque tardi per ripensarci. Solo anni ed anni di buon lavoro potranno far sedimentare il loro reale cambio di strategia”. (segue)