Milano, 16 mar. (askanews) – L’alta ristorazione italiana sale sul palco dell’aula dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. A portarla il prossimo 19 marzo sarà Niko Romito, chef del ristorante Il Reale a Castel di Sangro, tre stelle Michelin che per la prima volta dialogherà con gli studenti italiani raccontando loro la sua esperienza.
“Salire sul suggestivo palco dell’aula dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel Palazzo di Vetro, ma soprattutto parlare a più di mille ragazzi, già così intraprendenti e dinamici, è per me un grande privilegio”, ha commentato Romito che di questa opportunità ha parlato anche in occasione della presentazione della campagna “+ che svizzeri” lanciata da Formaggi dalla Svizzera a Milano. La sua partecipazione rientra nell’iniziativa in corso a New York, per tutto il mese di marzo, del Global citizens model United Nations (Gcmun), simulazione internazionale studentesca dei lavori negoziali dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, organizzata da United Network Europa, con la partecipazione di oltre 5.000 studenti provenienti da tutto il mondo. Quest’anno, nell’ambito della kermesse, si terrà per la prima volta il side event “Gcmun talks che vedrà alternarsi alcuni protagonisti del mondo della cultura, delle istituzioni, dell’impresa e del terzo settore, tra cui lo chef abruzzese che parlerà domenica mattina davanti a più di mille studenti insieme al cantante Achille Lauro.
Al centro del suo talk “l’importanza dello studio, della ricerca e della formazione. Parlerò di futuro, della cucina di domani e di cibo pubblico, che è un argomento che oggi mi sta molto a cuore e in cui mi sto impegnando sempre di più, sia per mettere in atto cambiamenti importanti nelle scuole e negli ospedali, ma anche per formare le nuove figure che possano occuparsi di queste realtà in modo nuovo. Lo scambio con i giovani per me è sempre stato fondamentale, quindi quello di domenica per me sarà un momento memorabile”.
La biografia di Niko Romito è da sola una lezione. Cuoco autodidatta, profondamente legato al suo Abruzzo, entra per la prima volta in cucina alla vigilia della sua laurea in Economia a Roma: sognava la carriera da broker finanziario ma il padre, che aveva da poco trasformato il Reale, la pasticceria di famiglia, in una trattoria, si ammala. Lui e sua sorella Cristiana tornano in Abruzzo per occuparsi del locale, giusto il tempo di trovare un acquirente. Ma si appassionano al mestiere e, quando il padre viene a mancare, rilevano il Reale. Pur non avendo alcuna esperienza e competenza, lo chef dopo sette anni conquista la prima stella Michelin. Di lì in poi è un’ascesa inarrestabile che lo porterà nel novembre 2014 alla terza stella Michelin. Nel frattempo sviluppa nuovi format attraverso studio e ricerca incessanti che porta non solo nell’alta cucina ma anche nella ristorazione pubblica e nella formazione dei più giovani.
A loro si rivolge quando parla di “formazione e fella necessità di rendere accessibile ai ragazzi un’educazione che fosse al passo con i tempi, in tutti i campi. Mai come oggi, in un mondo che cambia rapidamente e dove ci troviamo costretti a far fronte a problematiche globali e trasversali, che coinvolgono diversi settori e diversi Paesi, sono richieste competenze nuove, maggior creatività, la capacità di creare un dialogo tra universi apparentemente distanti – conclude – e il coraggio di ragionare fuori dagli schemi”.