Roma, 14 mar. (askanews) – Sono raddoppiati negli ultimi due anni (2021-2022) gli accessi per disturbi del comportamento alimentare al pronto soccorso dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Aumentati di oltre il 50% anche i ricoveri, passati dai 180 casi pre-pandemia (2019) a quasi 300 casi nell’ultimo anno. Alla vigilia della giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, l’Ospedale della Santa Sede rende noti i dati preoccupanti di un fenomeno – i disturbi del comportamento alimentare (DCA) – che coinvolge in Italia circa 3 milioni di persone e rappresenta nel mondo, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la seconda causa di morte per le ragazze nella fascia di età tra i 12 e i 25 anni.
Nella mattina di domani, mercoledì 15 marzo, sarà presentato presso il Bambino Gesù il documentario “Vite Sottili” prodotto da Garbo Produzioni per Warner Bros. Discovery, che sarà trasmesso in prima tv su Real Time alle ore 22.40. Sempre il 15 marzo, a partire dalle ore 14.30, la diretta social sulla pagina Facebook dell’Ospedale sui disturbi del comportamento alimentare, con i medici del Bambino Gesù che potranno rispondere alle domande delle famiglie.
In Italia circa 3 milioni di persone, pari al 5% della popolazione, soffrono di disturbi del comportamento alimentare: il 90% sono donne, anche se sempre più numerosi sono gli uomini che manifestano questi sintomi e si rivolgono a strutture specializzate. L’esordio di questi disturbi è sempre più precoce. Negli ultimi anni si è infatti registrato un abbassamento dell’età fino agli 8/9 anni. Ciò è verosimilmente dovuto sia all’abbassamento dell’età puberale nelle bambine che al sempre più diffuso impiego dei social network che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili.
Per la loro complessità, si tratta di disturbi che richiedono la maggiore collaborazione possibile tra figure professionali con differenti specializzazioni (psichiatri, pediatri, psicologi, dietisti, specialisti in medicina interna etc.). Sia l’anoressia che la bulimia possono essere causa di complicanze mediche gravi se non trattate tempestivamente e adeguatamente. I disturbi alimentari nell’ambito delle patologie psichiatriche presentano il più alto indice di mortalità, in particolare, nel caso dell’anoressia nervosa il rischio di morte è 5-10 volte maggiore di quello di persone sane della stessa età e sesso. In Italia, bulimia e anoressia causano più di 4000 morti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità i disturbi del comportamento alimentare costituiscono la seconda causa di morte per le ragazze nella fascia di età tra i 12 e i 25 anni.
Negli ultimi 2 anni (2021-2022) gli accessi al pronto soccorso del Bambino Gesù legati ai disturbi del comportamento alimentare sono raddoppiati (+96,8%) rispetto al biennio precedente (2019-2020), passando da 463 a 911. I ricoveri ordinari sono invece passati dai 362 del 2019-2020 ai 565 del 2021-2022 (+56%). In aumento anche i day hospital che sono infine passati da 1.062 a 1320 (+24.3%). L’andamento è confermato anche dal confronto tra i dati del 2019 (l’ultimo prima del Covid) con quelli del 2022, in cui gli accessi al pronto sono passati da 214 a 443 (+107,1%), i ricoveri da 180 a 279 (+55%) e i day hospital da 607 a 669 (+10,2%). Un trend che conferma l’aumento del disagio giovanile durante gli anni della pandemia.
«Il lockdown prima e le restrizioni della socialità dopo hanno fatto da detonatore per un malessere che era spesso già presente, a volte in maniera meno manifesta a volte di più – spiega la dottoressa Valeria Zanna, responsabile di anoressia e disturbi alimentari del Bambino Gesù – il Covid e la quarantena sono stati sicuramente fattori di accelerazione, ma molte di queste ragazze e di questi ragazzi erano già allenati a mangiare di nascosto, a vomitare di nascosto, a vivere di nascosto».