Milano, 13 mar. (askanews) – Nuovo tonfo delle Borse europee sulla scorta dell’irrazionale allarme banche importato dagli Stati Uniti. Per piazza Affari – considerato il forte peso dei titoli del credito nel paniere del Ftse Mib – è stata poi una vera e propria giornata nera. L’indice Ftse Mib è crollato del 4% a 26.183,54 punti e l’All Share è precipitato del 3,94% a 28.320,66 punti. Cali inferiori ma comunque molto pesanti anche per i principali indici delle Borse di Francoforte (-3,04%), Londra (-2,58%), Parigi (-2,90%), Madrid (-3,51%).
Né le misure d’emergenza varate con tempestività dalle Autorità Usa (Fed, Tesoro e Fdic) per tutelare i depositi in seguito al fallimento della Silicon Valley Bank e di altri istituti di credito regionali non sistemici statunitensi, né la razionalità dei report degli analisti nello spiegare le nette differenze di situazione, né il messaggio di forte rassicurazione lanciato dal presidente Usa Biden sono bastati a fermare il panico innescato sui mercati europei dal caso della SVB. Quanto a Wall Street, gli indici sono in altalena e la volatilità è elevatissima, come mostra anche o S&P 500 Vix, in marcato aumento. Il mercato ondeggia tra le paure che si possa generare una crisi sistemica del comparto creditizio e le previsioni/speranze che propio il caso SVP, insieme all’andamento degli indicatori economici, indurranno la Fed ad allentare decisamente la propria politica monetaria restrittiva.
A Milano i titoli delle banche hanno subito maxi-tracolli: Bper -9,51%, UniCredit -9,01%, Banco Bpm -8,09%, Banca Mediolanum -7,76%, Mps -7,33%, Intesa Sanpaolo -6,10%, Mediobanca -4,48%. In controtendenza hanno chiuso gli energetici Italgas (+1,05%), Terna (+0,61%), Snam (+0,56%).
In marcato aumento, infine, lo spread tra i rendimenti di Btp e Bund decennali. Il differenziale è salito in area 192 punti base, sebbene il rendimento del titolo italiano sia sceso al 4,20%, mentre quello del suo omologo tedesco si è attestato al 2,28%.