Milano, 10 mar. (askanews) – Un viaggio tra demolizione e ricostruzione, così Nesli ha voluto raccontare il suo “Nesliving vol. 4 Il seme cattivo” che arriva a tre anni dal suo ultimo lavoro. Un progetto pieno di vita, dolore, sangue e sudore; ma anche un disco libero, profondo e autentico.
“Non credo nella teoria delle persone che hanno sempre successo nella vita privata e pubblica, non credo in questa epoca che non perdona i fallimenti e la povertà, parla di questo e del fatto che su 100 tentativi per me 99 sono fallimentari e uno solo è giusto, ma fuori non si comunica questa cosa ma il contrario e comunicare stupidate crea un popolo che crede in cose che non sono reali”.
L’artista non si riconosce più nel mondo della musica radicalmente cambiato negli ultimi anni. “E’ un ultimo ritorno, è l’ultimo disco, non mi immagino a pubblicare altri album nella mia vita perchè in questo ho veramente vuotato il sacco perchè è l’undicesimo e perchè in un futuro non troppo lontano non vedo dischi, non li immagino e non voglio immaginarlo, mi sono veramente esaurito e mi sono messo in gioco tanto con questo disco”.
Nel futuro di Nesli, la musica resta ma in una nuova forma, diventando autore per altri artisti, per essere più libero di raccontare storie e indagare l’umano. “Il mio non è un addio o una rassegnazione, ho voglia di scrivere canzoni, ne ho scritte 22, per un altro disco dovrei aspettare almeno due anni, ma io non voglio aspettare voglio scriverle e farle girare”.
Ancora non sa se andrà in tour, vuole staccarsi dal circo mediatico che gira intorno alla promozione dei live. “Scrivo canzoni sospese, sono estraneo nel mio stesso ambiente, un outsider dal giorno zero, non rappresento nessun movimento se non me stesso, ecco perché il seme cattivo” è questo il Nesli pensiero, tutto da ascoltare e scoprire.