Milano, 9 mar. (askanews) – Il futuro del cibo alla luce delle crisi perduranti, ambientali e geo-politiche oltre che economiche, ma anche nella prospettiva di una crescente attenzione a sostenibilità e territorio, di innovazioni e promettenti trend del marketing e della comunicazione. Il “Food, wine & co”, l’XI edizione del seminario sull’eccellenza delle realtà italiane nel settore agroalimentare ed eno-gastronomico, si è dato temi ambiziosi da sviluppare nella due giorni del 9 e 10 marzo con l’obiettivo di capire come sostenere le tendenze positive individuate nel comparto.
“Questo appuntamento vede protagonisti i temi legati alle nuove tendenze del cibo e dell’alimentazione, che sempre più influenzano gli stili di vita orientandoli alla salvaguardia della salute e alla sostenibilità, con un’analisi dei territori in cui questi cibi e stili nascono e si diffondono. áLa riflessione è concentrata anche sul futuro del cibo alla luce del proseguimento dello scenario di crisi. In occasione dell’appuntamento del 9 marzo, una tavola rotonda di accademici, imprenditori, manager e professionisti racconta la sua visione sul futuro in chiave di business, marketing e comunicazione – racconta Simonetta Pattuglia, direttore del master in Economia e management della Comunicazione e dei media – Nella sessione tematica il protagonista è invece il cibo contemporaneo: la sua evoluzione, il modo in cui lo consumiamo quotidianamente, lo comunichiamo e lo rendiamo disponibile quale fulcro del nostro benessere. Le sessioni del 10 marzo sono invece dedicate a Territori e Benessere, tra eventi e turismo locale e nuovi stili di vita che partono dal legame con il territorio”.
Clima, covid e guerra hanno generato contraccolpi importanti nel comparto agroalimentare: cali nella produzione di materie prime (solo il settore del grano, generalmente in crescita dell’11% annuo, ha assistito al crollo del 40% dei raccolti secondo i dati Cia), rincari con gas e petrolio che hanno toccato il +42% con un +150% sul gas naturale. L’inflazione galoppante e la conseguente erosione del potere di acquisto dei cittadini ne ha costretti 2,6 milioni a chiedere aiuto per mangiare (Coldiretti, 2023). Non solo: la povertà in crescita ha spinto gli italiani a scegliere sempre di più il discount per la spesa per ridurne il costo complessivo.
Ma in questo quadro critico ci sono anche segnali positivi: il record dell’export dell agroalimentare che ha toccato i 60 miliardi nel 2022 , la crescita dei finanziamenti alle startup italiane del settore, che raccolgono 156 milioni nel 2022 (TheFoodCons-AgriFoodTech, 2023), 1,6 miliardi per le innovazioni tecnologiche in ambito agricolo tra macchinari e sistemi di monitoraggio utilizzati da almeno il 60% degli agricoltori. Senza contare il turismo enogastronomico, che nel 2022 ci ha portato 30 miliardi, pari alla spesa in prodotti agroalimentari ed enogastronomici di chi ha scelto di visitare il nostro Paese (Coldiretti, 2023).
Nel frattempo sulle nostre tavole si sta affacciando una innovazione che ha il sapore della carne sintetica, che arriverà a 2,1 milioni di tonnellate entro il 2030 (CIA, 2023) e dei prodotti a base di insetti che, si stima, saranno in Europa 260mila tonnellate per oltre 390 milioni di consumatori entro il 2030, mentre continua l’attenzione per la sostenibilità, una priorità per il 28% degli italiani.
“Impossibile negare lo stato di crisi in cui versa il nostro comparto agroalimentare tra inflazione, aumento dei costi delle materie prime, aumento dei costi di produzione con conseguente perdita di competitività. Gli italiani stanno però cercando di reagire – spiega la professoressa Pattuglia – adattandosi ai cambiamenti e cercando soluzioni innovative che si traducono nell’export su nuovi mercati, soprattutto per l’industria del vino, negli investimenti nell’agritech, nella nascita di nuove imprese e nella valorizzazione del turismo enogastronomico con ospitalità e ristorazione in crescita. Presidiare queste nuove opportunità, sviluppare tecnologie che tutelino i nostri prodotti contrastandone la contraffazione, attivare campagne istituzionali sul cibo e sulla dieta mediterranea, sono i passi da compiere per salvaguardare il nostro futuro e il futuro del cibo”.