Bolzano, (askanews) – La sfida che deve affrontare il patrimonio edilizio italiano è enorme: secondo i dati Enea il 58% dei nostri edifici è inserito nelle classi energetiche F e G, le peggiori. Oggi tra Superbonus ed Ecobonus ordinario è possibile adottare soluzioni innovative per migliorare efficienza e sostenibilità delle nostre case. Scoprire gli edifici del futuro per ridurre impatto ambientale e consumi, migliorando nello stesso tempo il comfort, sono i temi al centro della 18esima edizione di Klimahouse, che dopo la parentesi Covid torna a pieno regime registrando il tutto esaurito, con quattrocento espositori e il ritorno alle liste d’attesa per gli operatori del settore, segno di un rinnovato interesse di tutta la filiera.
La fiera internazionale per il risanamento e l’efficienza energetica in edilizia offre a progettisti e tecnici un’occasione per trovare ispirazione e aggiornarsi sulle ultime novità metodologiche e tecnologiche.
Thomas Mur, direttore di Fiera Bolzano: “Per dare più luce a queste innovazione c’è il Klimahouse prize, in cui abbiamo selezionato dodici finalisti, ma la novità più grande è dedicata al tema del legno, con il Wood architectural prize, che ha l’obiettivo di diffondere la cultura del costruire bene in legno. C’è una crescita dal 2020 in Italia del 30 per cento per quanto riguarda l’edilizia in legno. Col premio vogliamo dare a livello nazionale un indirizzo in questo senso”.
Klimahouse punta i riflettori sulle innovazioni più promettenti, su quelle con le più alte capacità di penetrazione sul mercato e su quelle che si basano sull’economia circolare.
“E poi non deve mai mancare al Klimahouse quella parte di ispirazione: c’è il Klimahouse congress. Ma oltre a questo ci sono cento eventi attorno all’evento in questi quattro giorni. Ci sono i 5 tours con i quali i visitatori possono vedere progetti già realizzati o in fase di realizzazione su tanti aspetti che riguardano la riqualificazione dell’esistente anche di edifici storici. Il programma è davvero vasto per i visitatori, che troveranno tante novità”.
Il grande pubblico, spesso, non sa che le soluzioni tecnologiche per la costruzione di case a emissione molto basse o zero già esistono.
“Addirittura andiamo anche oltre. Dal punto di vista tecnologia è possibile costruire case che producono più energia di quella che consumano. Il problema è farlo entro certi costi e con il know how che non è disponibile ancora dappertutto. Quindi serve formazione e che questa cultura, che gli istituti di ricerca e le università si mettano insieme all’edilizia e all’economia per dare soluzioni”.