Roma, 8 mar. (askanews) – “Sono donne piene di energia, tutte e due. Non sono arrivate a quel punto con l’aiuto di qualcuno, questa è la cosa che più mi ha colpito, anche della Meloni. In un ambiente di destra, quindi più difficile, lei è una donna forte. Poi naturalmente nessuno di noi può dare un giudizio che sia un pregiudizio. Se una si comporta bene, ci darà delle cose, manterrà qualcuna delle promesse, va bene, perché no?”: così Lia Levi, giornalista, scrittrice e superstite dell’Olocausto, 91 anni, intervistata da askanews, a margine di un incontro con le scuole per parlare del suo libro “Una bambina e basta” presso l’Istituto Santa Dorotea di Roma.
“Se ti deluderanno, si ricerca”, ha aggiunto Levi.
Su Schlein e le sue origini ebraiche (il padre Melvin Schlein è un politologo e accademico statunitense di origine ebraica aschenazita), Lia Levi afferma:
“Lei, dico giustamente, perché nessuno è obbligato ad accettare una radice, (Schlein) ha preso un po’ le distanze da questa sua ebraicità, ma io non potrei mai scegliere di aderire o stimare di più una persona perché ebrea, non è lì il punto”.