Milano, 7 mar. (askanews) – Processi di innovazione sociale e sviluppo urbano: un binomio che trova nelle giovani generazioni un interlocutore che non può essere sottovalutato. Sono i giovani la principale risorsa in grado di dare concretezza a nuovi modelli sviluppo ad impatto sociale, e nel contempo sono sempre i giovani i primi fruitori di quelle opportunità che la riprogettazione del territorio può e deve offrire.
Se ne è discusso al Social Innovation Campus 2023 di Fondazione Triulza che si svolge in Mind, il distretto dell’innovazione di Milano. In quest’area l’Università Statale di Milano porterà la nuova sede delle Facoltà scientifiche dell’Ateneo contribuendo appunto allo sviluppo di un ecosistema dell’innovazione dove gli studenti possano sviluppare le conoscenze e le competenze necessarie al mondo del lavoro di domani.
“In Mind avremo un ecosistema che vede insieme strutture di ricerca, università, aziende: vale a dire un substrato, una rete di rapporti di fondamentale importanza per i ragazzi – dice Marina Brambilla, prorettrice ai servizi per gli studenti dell’Università degli Studi di Milano che ha partecipato ai lavori del Social Innovation Campus – Un’opportunità importante perché la formazione deve poi sfociare nel placement; la ricerca deve sfociare nel trasferimento tecnologico. E noi siamo molto fiduciosi in relazione al fatto che qui si possa creare quell’ecosistema della ricerca fondamentale per la crescita di Milano, della Lombardia, e anche per il Paese; perché Mind è comunque un progetto con ricadute sull’intera nazione”.
La scelta di portare in Mind centri di ricerca, Università, attori dell’intera filiera della sanità più avanzata, ovvero una serie di pilastri concreti sui quali le giovani generazioni possono proporre e costruire nuovo modelli di sviluppo e integrazione si rivela dunque un esempio virtuoso da replicare. “Arexpo ha maturato una notevole esperienza e anche grandi capacità progettuali che sono messe a frutto nell’area Mind – dice Alberto Grando, presidente di Arexpo, la società che cura il progetto Mind – Ovviamente questo è un valore che può essere esportato. E’ fondamentale riuscire a portare tutta questa esperienza in altre aree dove viene richiesto il nostro contributo. I giovani poi sono fondamentali: progettare per il futuro vuol dire pensare alle nuove generazioni. Il coinvolgimento dei giovani è centrale per portare la voce di chi usufruirà della progettazione e realizzazione delle nuove aree all’interno del nostro sistema”.
Ma al Social Innovation Campus si guarda e si discute anche delle sfide più prossime che i giovani devono affrontare una volta usciti dal mondo della formazione, come quella di scrivere un curriculum o affrontare un colloquio di lavoro, passaggio necessario e non certo di poca importanza. O come quella di utilizzare per l’inserimento lavorativo tecnologie complesse incontrate solo in contesti ludici. “Stiamo presentando al Social Innovation Campus una esperienza che stiamo facendo con la realtà virtuale per aiutare i giovani a prendere confidenza con le nuove tecnologie e le nuove strumentazioni. E nel contempo facendo un’attività utile a imparare come muoversi nel modo lavoro compilando il curriculum – racconta Giuseppe Venier, amministratore delegato di Umana – Questo rientra all’interno di un progetto molto più ampio, che riguarda la nostra area di collocamento mirato, che aiuta le persone più fragili o con disabilità ad essere accompagnate al mondo del lavoro attraverso la formazione e la valorizzazione delle loro competenze. La tecnologia in questo contesto aiuta a superare le barriere. Ma dobbiamo fare in modo che non diventi anche essa stessa una barriera nel caso le persone non abbiano poi le poi le adeguate competenze per poterla utilizzare e sfruttare al meglio”.