Roma, 6 mar. (askanews) – Niente arresti domiciliari per i quattro componenti del gruppo trap P38-La Gang, accusati di istigazione a delinquere e apologia del reato dalla procura di Torino. Il tribunale del riesame del capoluogo piemonetese ha confermato la decisione del gip che aveva ritenuto insussistenti i reati contestati.
La contestazione dei pm Enzo Bucarelli e Paolo Scafi, che ha assorbito i fascicoli aperti a Reggio Emilia e Pescara, dove la band aveva tenuto un concerto, riguarda alcune frasi, tipiche del genere, che richiamavano, fra le altre cose, fatti della stagione degli anni di piombo. L’accusa, in particolare, era di istigare alla ricostituzione delle Brigate rosse.
I difensori degli indagati, gli avvocati Francesco Romeo, Leonardo Pompili, Eugenio Losco, Mauro Straini, Niccolo Vecchioni e Enrico Pollini, hanno spiegato: “La libertà di manifestazione del pensiero è inviolabile anche quando si esprime in forma considerata dai più sgradevole”.
I componenti del gruppo P38-La Gang si esibivano coperti da passamontagna e sono noti al pubblico solo col nome d’arte Astore, Yung Stalin, Jimmy Pentothal e DimitriContro. Dopo le tante polemiche registrate nei mesi scorsi, i quattro sui social avevano annunciato lo scioglimento della band per poi ritrattare e dire che si era trattato di uno scherzo.