Roma, 27 feb. (askanews) – L’arrivo della primavera come simbolo di una rinascita e di una resilienza che possa portare un messaggio di pace e resistenza, contro le minacce che vengono dalla guerra in Ucraina. E’ questo il messaggio che è emerso nel corso dell’evento dedicato al Campidoglio alla Festa del Martisor 2023, organizzato dall’Ambasciata di Romania nella Repubblica Italiana, in partenariato con il Museo Nazionale del Villaggio “Dimitrie Gusti” di Bucarest, il Centro di Documentazione Sito Patrimonio Mondiale UNESCO di Roma, l’Ambasciata della Repubblica di Moldova nella Repubblica Italiana e la Lega degli Studenti Romeni all’Estero – filiale Italia e con il patrocinio di Roma Capitale.
L’evento “MARTISOR. Simbolo della primavera incluso nel patrimonio immateriale dell’UNESCO” è stato aperto dai saluti di Ugo Papi, consigliere del sindaco di Roma per le relazioni internazionali: “Questa è la casa di Roma, la casa dei romani e la casa dei romeni con cui ci sono grandi rapporti anche nell’ambito delle tradizioni e nella cultura, come in questo caso. La comunità romena è la più numerosa tra quelle straniere che si trovano nella Capitale, una comunità ben integrata e laboriosa. I legami sono sempre più solidi e siamo qui per festeggiare la festa del Martisor”.
L’ambasciatrice di Romania Gabriela Dancau ha ricordato che “dall’inizio del mio mandato è diventata un’abitudine celebrare le feste tradizionali del mio Paese insieme all’ambasciata della repubblica di Moldova” e “cinque settimane fa grazie alla disponibilità dell’amministrazione e del sindaco di Roma Roberto Gualtieri il Campidoglio ha ospitato un evento sui 30 anni di emigrazione romena in Italia, una comunità, quella romena, che include anche i cittadini della Moldova che si identificano in Italia con il passaporto romeno. I romeni di entrambi i lati del confine si riuniscono insieme per celebrare le tradizioni comuni” e questo è anche il caso del Martisor, la festa per l’arrivo della primavera che si celebra l’1 marzo.
“L’arrivo della primavera, che celebriamo con la Festa del Martisor, viene accolto con maggiore intensità nella nostra regione dell’Est Europa, rispetto all’Italia, una regione che ha conosciuto gli effetti dell’inverno climatico e dell’inverno geopolitico. Quando il freddo nelle case viene usato come arma per spezzare la volontà dei cittadini come succede in questi giorni, celebrare questa festa dell’arrivo della Primavera, del rinnovamento del mondo, della vita, è una formula di resistenza simbolica e pacifica”, ha detto l’ambasciatrice.
“Il riconoscimento da parte dell’Unesco del valore universale delle usanze tradizionali dell’Europa sudorientale si traduce con l’apprezzamento al contributo antropologico” di queste feste e “del loro messaggio di perseveranza nell’andare avanti nonostante gli ostacoli che la geografia e la geopolitica hanno messo sul loro cammino”, ha aggiunto.
Per Anatolie Urecheanu, ambasciatore di Moldova in Italia questa “antica tradizione, ci ricorda l’arrivo della primavera che viene festeggiato con il simbolo bianco e rosso, di rinascita, cambiamento e speranza. Una tradizione che si è conservata negli anni nello spazio della Romania e della Moldava”.
“Nella concezione popolare la Festa del Martisor, non è solo un evento tradizionale ma anche ancestrale che definisce la rinascita e la vittoria del bene sul male. Quest’anno auspico che sia speciale e che abbia un forte messaggio di pace. La guerra in Ucraina, è la più grande atrocità nel Continente europeo dalla Seconda guerra mondiale. Dopo l’Ucraina, la Moldova è la più colpta da questa guerra non provocata e ingiusta. Ma la solidarietà dei paesi democratici si è rivelata più forte dell’ambizione di Putin nel voler restaurare l’impero sovietico”, ha sottolineato l’ambasciatore moldavo.
Successivamente è interventuto il dottor Giorgio Bortolumucci in rappresentanza del comitato Roma Expo 2030: “La primavera è il momento in cui la natura si risveglia. Vogliamo legare la speranza, la primavera ed Expo 2030, perché uno dei temi che il progetto di Roma affronta è la rigenerazione e l’inclusione e quindi si parla del futuro. La comunità romena dimostra quanto Roma sia inclusiva e capace di accogliere, si tratta della comunità straniera più ampia e la meglio integrata, quindi contiamo molto sul vostro appoggio”.
Elisabetta Maffioli, Responsabile del Centro di Documentazione Sito Patrimonio Mondiale UNESCO di Roma per la promozione della città come Patrimonio Mondiale ha raccontato il lavoro del centro che si trova a Porta del popolo sottolineando come l’evento di oggi sia “un’occasione di collaborazione, incontro e promozione culturale. Il tema di fondo è il ruolo della cultura come strumento di dialogo e di reciproca conoscenza. E’ evidente come questa tradizione rappresenti un forte punto di aggregazione e condivisione tra comunità. Da occasioni come questa si contribuisce alla formazione di società più aperte e dialoganti”.
Georgiana Onoiu, Capo Sezione dei Beni Culturali del Museo Nazionale del Villaggio “Dimitrie Gusti” di Bucarest ha parlato della nascita della tradizione e delle sue caratteristiche: “Il Martisor rappresenta una tradizione tramandata fin dall’antichità. In occasione di questa festività si realizza e si indossa un cordone intessuto di due fili di lana, cotone o seta, uno bianco e uno rosso, realizzato dalle donne e donato ai membri della comunità che lo indossavano a partire dall’1 marzo, intorno al collo, al polso, alla caviglia, avvolto intorno alla pancia o, successivamente appuntato al petto”.
Dopo l’utilizzo, ha raccontato, “viene deposto su un ramo fiorito, sotto un sasso, gettato nel pozzo o in un campo verde” o ancora “sulle corna degli animali o all’ingresso del focolare domestico della casa o della stalla, con una funzione di protezione”. Nell’ambiente urbano nei secoli il cordicino è stato poi realizzato “in seta, su scala industriale, e ad esso si sono aggiunti piccoli ciondoli di vari materiali (metallo, legno, vetro, tessuti, ecc.). La combinazione di bianco e rosso non è altro che l’espressione visiva del rapporto tra l’uomo e il suo ambiente di vita. Il bianco rappresenta la luce, la purezza, il candore e il rosso rappresenta la vita”.
Dopo la fine dell’evento la squadra della Lega degli Studenti Romeni all’Estero – filiale Italia distribuirà i martisor, nella Piazza del Campidoglio, nell’ambito della campagna “Martisor fra dono e memoria”.