Ponte Morandi, Corte Conti Liguria indaga su spese per emergenza
Genova, 24 feb. (askanews) – La procura regionale della Corte dei conti della Liguria sta eseguendo alcuni accertamenti sulle spese sostenute per far fronte all’emergenza dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova. Nel disastro, avvenuto il 14 agosto del 2018, persero la vita 43 persone. Sotto la lente dei magistrati sono finite anche le spese effettuate dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, in qualità di commissario per al gestione dell’emergenza, e dal sindaco di Genova Marco Bucci, in qualità di commissario per la ricostruzione del viadotto autostradale.
“Siamo orgogliosi – commentano Toti e Bucci in una nota congiunta – del lavoro svolto a Genova durante l’emergenza seguita al crollo del ponte Morandi e di tutte le attività legate alla sua ricostruzione. Un lavoro che ha visto tutte le istituzioni unite, lavorando fianco a fianco, con coraggio e determinazione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: gli sfollati hanno ottenuto una casa in poche settimane, le imprese sono state risarcite, la città ha gestito le sue emergenze, anche legate alla viabilità, comprese quelle legate al più grande porto del Paese e l’Italia ha saputo costruire una grande opera come il ponte San Giorgio, disegnato da Renzo Piano, in poco meno di due anni”.
“Tutto questo – sottolineano il governatore ligure ed il sindaco di Genova – non è solo un nostro orgoglio ma rappresenta l’orgoglio delle migliaia di persone che hanno portato il loro contributo per raggiungere questo obiettivo in tempi record. Tutto questo è un esempio da cui il Paese non deve tornare indietro. Ben vengano – prosegue la nota – i controlli della Corte dei Conti che siamo sicuri certificheranno la qualità e la legittimità di ogni azione da noi intrapresa”.
“Nessuno – concludono Toti e Bucci – può immaginare di sminuire, sporcare, delegittimare una delle migliori esperienze della pubblica amministrazione e tanto meno riportare indietro l’Italia, che ha bisogno di crescere, nel vortice infinito dei cavilli, della burocrazia malata, del formalismo paralizzante. Speriamo solo che non si compia un passo indietro, tornando all’immobilismo del passato, quando ogni azione compiuta per la comunità era rallentata e ostacolata da continui e pretestuosi ricorsi, trasformando un legittimo potere dello Stato in un disincentivo al prendersi responsabilità”.