Candini: rischio collasso per imprese e posti di lavoro
Bologna, 22 feb. (askanews) – “Si sono messe in sicurezza le banche e i conti pubblici, questo almeno nelle intenzioni, e si lascia il cerino in mano alle imprese e alle famiglie”. All’indomani delle novità in materia di superbonus introdotte dal governo, è di forte preoccupazione la reazione del Collegio imprenditori edili dell’Emilia: “questa è la goccia che sta facendo traboccare il vaso per molte aziende” che ora “rischiano di collassare e di trascinare con loro gran parte della filiera” ha commentato il presidente dell’associazione, Claudio Candini.
Il fatto che si parli meno del costo delle materie prime e dell’aumento dell’energia non significa che siano criticità superate. Ci sono cantieri che si sono bloccati, altri che non partono nemmeno perché le aziende sono prive di liquidità e hanno il cosiddetto cassetto fiscale saturo, fornitori che, a loro volta, aspettano di essere pagati. Non sono rari i casi in cui da mesi i ponteggi sono allestiti senza che le attività di cantiere riescano a partire. Il paradosso è che i furbi, comunque una nettissima minoranza, hanno portato a termine le loro truffe sparendo poi dal mercato, invece le aziende serie, quelle che i lavori li fanno a regola d’arte e che danno lavoro, vengono penalizzate.
“Che le normative legate al superbonus fossero nate in modo non ottimale è noto, e anche noi, in più occasioni, lo abbiamo evidenziato, ma quello che si sta facendo, invece di introdurre dei correttivi, crea un blocco che per le imprese e per le famiglie non è sopportabile – ha proseguito Candini -. Il rischio è che le aziende chiudano”.
Oltre allo sblocco dei crediti è indispensabile, secondo il Collegio imprenditori edili dell’Emilia, una proroga temporale. Il blocco da parte delle banche nell’acquisizione dei crediti, di fatto ha già creato enormi anomalie. I tempi di esecuzione dei lavori sono nella stragrande maggioranza dei casi saltati e quindi chiudere i cantieri entro il 31 dicembre di quest’anno è a dir poco utopistico.
Superbonus, Collegio Edili Emilia: scelte bloccano intero sistema
Bologna, 22 feb. (askanews) – “Si sono messe in sicurezza le banche e i conti pubblici, questo almeno nelle intenzioni, e si lascia il cerino in mano alle imprese e alle famiglie”. All’indomani delle novità in materia di superbonus introdotte dal governo, è di forte preoccupazione la reazione del Collegio imprenditori edili dell’Emilia: “questa è la goccia che sta facendo traboccare il vaso per molte aziende” che ora “rischiano di collassare e di trascinare con loro gran parte della filiera” ha commentato il presidente dell’associazione, Claudio Candini.
Il fatto che si parli meno del costo delle materie prime e dell’aumento dell’energia non significa che siano criticità superate. Ci sono cantieri che si sono bloccati, altri che non partono nemmeno perché le aziende sono prive di liquidità e hanno il cosiddetto cassetto fiscale saturo, fornitori che, a loro volta, aspettano di essere pagati. Non sono rari i casi in cui da mesi i ponteggi sono allestiti senza che le attività di cantiere riescano a partire. Il paradosso è che i furbi, comunque una nettissima minoranza, hanno portato a termine le loro truffe sparendo poi dal mercato, invece le aziende serie, quelle che i lavori li fanno a regola d’arte e che danno lavoro, vengono penalizzate.
“Che le normative legate al superbonus fossero nate in modo non ottimale è noto, e anche noi, in più occasioni, lo abbiamo evidenziato, ma quello che si sta facendo, invece di introdurre dei correttivi, crea un blocco che per le imprese e per le famiglie non è sopportabile – ha proseguito Candini -. Il rischio è che le aziende chiudano”.
Oltre allo sblocco dei crediti è indispensabile, secondo il Collegio imprenditori edili dell’Emilia, una proroga temporale. Il blocco da parte delle banche nell’acquisizione dei crediti, di fatto ha già creato enormi anomalie. I tempi di esecuzione dei lavori sono nella stragrande maggioranza dei casi saltati e quindi chiudere i cantieri entro il 31 dicembre di quest’anno è a dir poco utopistico.