Lettera inviata a premier: “No a discriminazioni”
Roma, 21 feb. (askanews) – “Di questo passo la trattativa per il rinnovo del contratto del comparto istruzione e ricerca non può proseguire in maniera corretta. Il Mur ha stanziato le giuste risorse nella legge di Bilancio 2022 per valorizzare il personale degli 11 Enti pubblici di ricerca (Epr) vigilati, ma un impegno simile non è stato ancora assunto dagli altri ministeri, per cui si è creata una grave disparità a scapito degli enti da essi vigilati”. Lo denuncia in una nota Eleuterio Spiriti, coordinatore nazionale di FGU Dipartimento Ricerca Sezione Anpri, nel giorno in cui ripartono le trattative per il rinnovo del contratto, in corso all’Aran.
Non avendo ancora risolto il problema in manovra per Anpal, Asi, Crea, Enea, Inail settore ricerca, Inapp, Isin, Ispra, Iss e Istat (enti non vigilati dal Mur), il sindacato – assieme alle altre sigle di categoria – ha inviato una lettera alla premier Giorgia Meloni. “Si parla tanto di Pnrr e valorizzazione del fattore umano, della conoscenza e della ricerca – rincara Spiriti – ma manca una visione unitaria che, in un quadro strategico coerente, metta a valore le diverse peculiarità degli enti. Non ci sono, è evidente, soltanto quelli vigilati dal Mur. Tutti stanno svolgendo una funzione essenziale anche rispetto agli obiettivi del Piano di ripresa e resilienza. E il gap di risorse stanziate dai vari ministeri vigilanti crea discriminazioni inammissibili tra i lavoratori, a danno del settore della ricerca nel suo insieme. Si genera inoltre un dumping tra soggetti coperti dallo stesso contratto, che non consente un corretto prosieguo e una felice chiusura delle trattative all’Aran”.
“Bisogna valorizzare il personale, ricercatori e tecnologi, di tutti gli enti. È necessario investire sulle retribuzioni per allinearle alla media europea. Altrimenti poi è inutile battersi il petto per la fuga di cervelli. Continueremo a chiedere con forza a tutti gli attori coinvolti nel settore della ricerca e ai decisori politici – conclude Spiriti – un pieno supporto per la pronta cancellazione di questo grave vulnus”.
Ricerca, FGU-Anpri a Meloni: subito fondi per enti non vigilati da Mur
Roma, 21 feb. (askanews) – “Di questo passo la trattativa per il rinnovo del contratto del comparto istruzione e ricerca non può proseguire in maniera corretta. Il Mur ha stanziato le giuste risorse nella legge di Bilancio 2022 per valorizzare il personale degli 11 Enti pubblici di ricerca (Epr) vigilati, ma un impegno simile non è stato ancora assunto dagli altri ministeri, per cui si è creata una grave disparità a scapito degli enti da essi vigilati”. Lo denuncia in una nota Eleuterio Spiriti, coordinatore nazionale di FGU Dipartimento Ricerca Sezione Anpri, nel giorno in cui ripartono le trattative per il rinnovo del contratto, in corso all’Aran.
Non avendo ancora risolto il problema in manovra per Anpal, Asi, Crea, Enea, Inail settore ricerca, Inapp, Isin, Ispra, Iss e Istat (enti non vigilati dal Mur), il sindacato – assieme alle altre sigle di categoria – ha inviato una lettera alla premier Giorgia Meloni. “Si parla tanto di Pnrr e valorizzazione del fattore umano, della conoscenza e della ricerca – rincara Spiriti – ma manca una visione unitaria che, in un quadro strategico coerente, metta a valore le diverse peculiarità degli enti. Non ci sono, è evidente, soltanto quelli vigilati dal Mur. Tutti stanno svolgendo una funzione essenziale anche rispetto agli obiettivi del Piano di ripresa e resilienza. E il gap di risorse stanziate dai vari ministeri vigilanti crea discriminazioni inammissibili tra i lavoratori, a danno del settore della ricerca nel suo insieme. Si genera inoltre un dumping tra soggetti coperti dallo stesso contratto, che non consente un corretto prosieguo e una felice chiusura delle trattative all’Aran”.
“Bisogna valorizzare il personale, ricercatori e tecnologi, di tutti gli enti. È necessario investire sulle retribuzioni per allinearle alla media europea. Altrimenti poi è inutile battersi il petto per la fuga di cervelli. Continueremo a chiedere con forza a tutti gli attori coinvolti nel settore della ricerca e ai decisori politici – conclude Spiriti – un pieno supporto per la pronta cancellazione di questo grave vulnus”.