Favero:”Ma la Regione che cosa fa?”
Roma, 21 feb. (askanews) – “Il Veneto è tra le prime dieci regioni europee più esposte agli eventi meteorologici estremi e al cambiamento climatico da qui al 2050. La triste classifica la posiziona al quarto posto nella Ue e purtroppo prima tra le regioni italiane. A dirlo la prima analisi globale del patrimonio immobiliare e del territorio compiuta per gli investitori dal The Cross Dependency Initiative, ente leader mondiale nell’analisi del rischio climatico fisico. E gli effetti sono sotto gli occhi dei veneti: i canali di Venezia ridotti a rivoli d’acqua con difficoltà alla navigazione, i grandi fiumi come Po, Adige, Brenta, Piave ridotti a rigagnoli, scarsissima neve in montagna, il Lago di Garda mai così basso, smog delle città alle stelle e altissimo consumo di suolo. La tempesta Vaia pare non averci insegnato nulla”. Lo dichiara Matteo Favero, responsabile Ambiente Forum Pd Veneto.
“Non basta però lanciare l’allarme c’è da chiedere cosa si fa a Palazzo Balbi con la stagione irrigua alle porte serve partire subito con un piano d’emergenza concreto, con la programmazione di nuovi invasi di pianura – quelli idroelettrici in montagna sono impianti industriali con regole particolari e non semplici catini di riserva idrica, con interventi strutturali per cambiare radicalmente il volto dell’irrigazione, con la sensibilizzazione di cittadini e imprese per limitare il consumo di acqua, specie quella potabile”, conclude Favero
Pd Veneto: nostra regione prima in Italia per rischio climatico
Roma, 21 feb. (askanews) – “Il Veneto è tra le prime dieci regioni europee più esposte agli eventi meteorologici estremi e al cambiamento climatico da qui al 2050. La triste classifica la posiziona al quarto posto nella Ue e purtroppo prima tra le regioni italiane. A dirlo la prima analisi globale del patrimonio immobiliare e del territorio compiuta per gli investitori dal The Cross Dependency Initiative, ente leader mondiale nell’analisi del rischio climatico fisico. E gli effetti sono sotto gli occhi dei veneti: i canali di Venezia ridotti a rivoli d’acqua con difficoltà alla navigazione, i grandi fiumi come Po, Adige, Brenta, Piave ridotti a rigagnoli, scarsissima neve in montagna, il Lago di Garda mai così basso, smog delle città alle stelle e altissimo consumo di suolo. La tempesta Vaia pare non averci insegnato nulla”. Lo dichiara Matteo Favero, responsabile Ambiente Forum Pd Veneto.
“Non basta però lanciare l’allarme c’è da chiedere cosa si fa a Palazzo Balbi con la stagione irrigua alle porte serve partire subito con un piano d’emergenza concreto, con la programmazione di nuovi invasi di pianura – quelli idroelettrici in montagna sono impianti industriali con regole particolari e non semplici catini di riserva idrica, con interventi strutturali per cambiare radicalmente il volto dell’irrigazione, con la sensibilizzazione di cittadini e imprese per limitare il consumo di acqua, specie quella potabile”, conclude Favero