Praticante legale arrestata a Roma, gip: vero protocollo criminale – askanews.it

Praticante legale arrestata a Roma, gip: vero protocollo criminale

Roma, 16 feb. (askanews) – Il “ruolo criminale” della praticante avvocato Camilla Marianera e del suo compagno e socio Jacopo De Vivo è emerso per la “capacità” dei due “di essersi saputi infiltrare” in un organismo pubblico. Questo fatto è posto in rilievo nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti della giovane legale del suo partner nell’ambito di una inchiesta per corruzione rispetto ad informazioni riservate uscite dal tribunale di Roma. Secondo il giudice era stato posto in essere un “protocollo criminale”, che che veniva messo a disposizione di “clienti conoscenti” che decidevano di affidarsi alla cosiddetta “modalità alternativa”, come veniva definita. “Diciamo che conosciamo una persona che… sta in Procura nell’ufficio dove sbobbinano le intercettazioni e tutto… a me fa tanti favori, tipo che se gli metto il nome con la data di nascita lui…”. La ‘talpa’, ancora non identificata “periodicamente eseguiva controlli trimestrali sull’eventuale esistenza di indagini”. Il funzionario fantasma dava indicazioni sui procedimenti e pure sulla presenza di sistemi di monitoraggio, come emerge da una frase della stessa donna. “Davanti a me scrive sul computer e mi dice… inserito Gps sotto la macchina… oppure predisposto ocp su via… sotto casa”. Gli accertamenti dei pubblici ministeri sono stati sviluppati sulla base di quanto emerso nell’ambito di una altra vicenda in cui uno dei soggetti coinvolti si rivolge alla coppia Marianera-De Vivo per sapere se era indagato e sottoposto a intercettazioni dopo aver scoperto un gps nell’auto in uso alla moglie, che a sua volta fa parte della famiglia Casamonica. E’ così emerso come i due indagati “fossero coinvolti in quanto mostravano di essere in grado di acquistare le informazioni segrete sull’esistenza di queste operazioni di intercettazione, penetrando i sistemi e le procedure di garanzia e controllo della segretezza delle stesse, a mezzo dell’acquisto di favori illeciti da parte di funzionari infedeli allocati presso l’Ufficio intercettazione della Procura della Repubblica di Roma”. (Segue)
Feb 16, 2023
“300 euro a informazione”. In carcere anche il fidanzato

Roma, 16 feb. (askanews) – Il “ruolo criminale” della praticante avvocato Camilla Marianera e del suo compagno e socio Jacopo De Vivo è emerso per la “capacità” dei due “di essersi saputi infiltrare” in un organismo pubblico. Questo fatto è posto in rilievo nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti della giovane legale del suo partner nell’ambito di una inchiesta per corruzione rispetto ad informazioni riservate uscite dal tribunale di Roma.

Secondo il giudice era stato posto in essere un “protocollo criminale”, che che veniva messo a disposizione di “clienti conoscenti” che decidevano di affidarsi alla cosiddetta “modalità alternativa”, come veniva definita. “Diciamo che conosciamo una persona che… sta in Procura nell’ufficio dove sbobbinano le intercettazioni e tutto… a me fa tanti favori, tipo che se gli metto il nome con la data di nascita lui…”. La ‘talpa’, ancora non identificata “periodicamente eseguiva controlli trimestrali sull’eventuale esistenza di indagini”.

Il funzionario fantasma dava indicazioni sui procedimenti e pure sulla presenza di sistemi di monitoraggio, come emerge da una frase della stessa donna. “Davanti a me scrive sul computer e mi dice… inserito Gps sotto la macchina… oppure predisposto ocp su via… sotto casa”.

Gli accertamenti dei pubblici ministeri sono stati sviluppati sulla base di quanto emerso nell’ambito di una altra vicenda in cui uno dei soggetti coinvolti si rivolge alla coppia Marianera-De Vivo per sapere se era indagato e sottoposto a intercettazioni dopo aver scoperto un gps nell’auto in uso alla moglie, che a sua volta fa parte della famiglia Casamonica. E’ così emerso come i due indagati “fossero coinvolti in quanto mostravano di essere in grado di acquistare le informazioni segrete sull’esistenza di queste operazioni di intercettazione, penetrando i sistemi e le procedure di garanzia e controllo della segretezza delle stesse, a mezzo dell’acquisto di favori illeciti da parte di funzionari infedeli allocati presso l’Ufficio intercettazione della Procura della Repubblica di Roma”.

(Segue)