Roma, 16 feb. (askanews) – “La continuità digitale è la nuova frontiera della coesione dell’Unione europea. Attraverso l’interoperabilità, pensata per favorire e migliorare la qualità della vita dei cittadini dell’Unione, saranno soprattutto i territori periferici, le zone interne soprattutto quelle a rischio spopolamento, e le isole, spesso sacrificate da politiche miopi sui collegamenti, sui trasporti delle persone, delle merci e dell’energia a trarre i maggiori benefici: essi vedranno diminuire il gap che li separa dal centro decisionale e amministrativo dell’Unione”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, intervenendo come relatore, a Bruxelles, sull’interoperabilità davanti alla Commissione europea per i problemi economici e monetari (Econ). Il percorso, iniziato con la relazione di Pais, dovrebbe concludersi nel mese di maggio, con l’approvazione da parte della sessione plenaria del Comitato delle Regioni. “Auspichiamo entro il 2030 la nascita e lo sviluppo di una rete di amministrazioni pubbliche interconnesse che collaborino strettamente per ridurre l’attuale frammentazione nell’attuazione delle politiche e nel perseguimento degli obiettivi digitali dell’Ue”, ha aggiunto il Presidente Pais. Per il Presidente Pais il percorso è impegnativo e i tempi sono ridotti: “L’Europa deve prepararsi meglio, effettuare più test di resistenza sulle infrastrutture informatiche, investire in una digitalizzazione sicura che aumenti i collegamenti tra gli Stati membri al fine di ottimizzare la qualità dei servizi pubblici e cogliere significativi vantaggi economici anche per le imprese”. “In questo progetto di cooperazione, per perseguire obiettivi comuni, grande ruolo devono avere gli Enti territoriali, soprattutto quelli insulari, periferici e quelli interessati dal fenomeno dello spopolamento che devono essere sostenuti in questo loro coinvolgimento prevedendo, prima di tutto, che i costi della transizione digitale non siano tutti a carico delle amministrazioni locali ma che ci sia un sostegno da parte delle autorità nazionali ed europee”, ha concluso." /> Roma, 16 feb. (askanews) – “La continuità digitale è la nuova frontiera della coesione dell’Unione europea. Attraverso l’interoperabilità, pensata per favorire e migliorare la qualità della vita dei cittadini dell’Unione, saranno soprattutto i territori periferici, le zone interne soprattutto quelle a rischio spopolamento, e le isole, spesso sacrificate da politiche miopi sui collegamenti, sui trasporti delle persone, delle merci e dell’energia a trarre i maggiori benefici: essi vedranno diminuire il gap che li separa dal centro decisionale e amministrativo dell’Unione”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, intervenendo come relatore, a Bruxelles, sull’interoperabilità davanti alla Commissione europea per i problemi economici e monetari (Econ). Il percorso, iniziato con la relazione di Pais, dovrebbe concludersi nel mese di maggio, con l’approvazione da parte della sessione plenaria del Comitato delle Regioni. “Auspichiamo entro il 2030 la nascita e lo sviluppo di una rete di amministrazioni pubbliche interconnesse che collaborino strettamente per ridurre l’attuale frammentazione nell’attuazione delle politiche e nel perseguimento degli obiettivi digitali dell’Ue”, ha aggiunto il Presidente Pais. Per il Presidente Pais il percorso è impegnativo e i tempi sono ridotti: “L’Europa deve prepararsi meglio, effettuare più test di resistenza sulle infrastrutture informatiche, investire in una digitalizzazione sicura che aumenti i collegamenti tra gli Stati membri al fine di ottimizzare la qualità dei servizi pubblici e cogliere significativi vantaggi economici anche per le imprese”. “In questo progetto di cooperazione, per perseguire obiettivi comuni, grande ruolo devono avere gli Enti territoriali, soprattutto quelli insulari, periferici e quelli interessati dal fenomeno dello spopolamento che devono essere sostenuti in questo loro coinvolgimento prevedendo, prima di tutto, che i costi della transizione digitale non siano tutti a carico delle amministrazioni locali ma che ci sia un sostegno da parte delle autorità nazionali ed europee”, ha concluso." />