Presentato il Rapporto su sostenibilita’ sociale e welfare
Roma, 14 feb. (askanews) – Presentato al Senato a Roma il quarto Rapporto Censis-Tendercapital sulla ‘sostenibilita’ sociale e la rinnovata sfida del welfare italiano’, che ha per obiettivo quello di porre l’attenzione, tramite le opinioni, i comportamenti e i valori degli italiani, sulle difficolta’ che incontrano i due pilastri del modello sociale italiano, famiglie e Stato, che sono chiamati a misurarsi con nuove ristrettezze e crisi globali. Il welfare potra’ tornare a erogare servizi universalistici essenziali, ammortizzare disparita’ eccessive e supportare le persone solo con il ritorno del lavoro quale fonte primaria di opportunita’ di ascesa reddituale e sociale. Gli italiani sono preoccupati per il futuro prossimo della societa’. L’84,9% dichiara di intravedere incertezza e insicurezza. Allarma il blocco della mobilita’ sociale, che per il 58,6% dei cittadini fara’ aumentare le disparita’ sociali. Per il 43,3%, nella societa’ italiana ci saranno meno equita’ e giustizia sociale; il 36,9% teme minore attenzione ai diritti dei lavoratori. Il rialzo dei prezzi catalizza le paure degli italiani. Il 75,4% degli occupati e’ convinto che non avra’ aumenti delle entrate familiari nel prossimo anno, mentre il 73,9% degli italiani pensa che dovra’ ridimensionare le spese. La reazione alla minaccia dell’inflazione porta l’86,9% a essere favorevole a indicizzare retribuzioni, salari e stipendi all’aumento dei prezzi, tornando alla scala mobile. Prezzi piu’ alti si traducono in minor consumo di beni e servizi a parita’ di reddito, cosi’ il 59,7% degli italiani e’ convinto che dovra’ ridurre le spese per scarpe e abbigliamento, il 62,3% quelle per vacanze, viaggi e tempo libero, mentre il 41,7% pensa che dovra’ rinunciare a cure o visite mediche a pagamento intero, con risorse proprie. Tuttavia, nel 2022 redditi e spese per consumi delle famiglie hanno tenuto bene. Infatti, il reddito lordo disponibile delle famiglie consumatrici e’ rimasto invariato nel confronto tra I-III trimestre 2021 e gli stessi trimestri del 2022, con un -0,3% reale. Dal Quarto Rapporto Censis-Tendercapital emerge come il risparmio delle famiglie, nel confronto tra i primi nove mesi del 2022 e quelli del 2021, abbia subi’to una contrazione drastica in termini nominali (-292 miliardi di euro) e reali (-11,3%). Il cash, invece, e’ aumentato nominalmente di 36 miliardi di euro, subendo pero’ una riduzione reale del 3,8%. Sono 7,5 milioni le persone appartenenti a famiglie le cui entrate coprono appena le uscite e aumentano, rispetto al 2010, sia i lavoratori in poverta’ assoluta (erano il 3% del totale) sia in poverta’ relativa (erano il 7%). Il welfare pubblico stenta sempre piu’: il 67,3% degli italiani, nei dodici mesi precedenti l’intervista, per avere prestazioni sanitarie si e’ dovuto rivolgere al privato. Cosi’ solo il 40,4% e’ soddisfatto del funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale della sua Regione, mentre nel 2019 era il 55%. Il 90,4% degli italiani, con percentuali trasversali a redditi, condizione professionale, eta’ e titolo di studio, si dichiara favorevole a fissare una retribuzione minima per legge. Riguardo al reddito di cittadinanza, il 65,1% degli italiani lo reputa uno strumento per aiutare persone in difficolta’; al contempo, il 73,2% e’ convinto che tale strumento disincentiva le persone a lavorare, mentre oltre l’88% ritiene che i soldi pubblici dovrebbero servire a incentivare la ricerca del lavoro. Per il Presidente del Censis, Giuseppe De Rita, “la nostra societa’ e’ segnata da un elemento cruciale: la paura dell’incertezza futura. E’ quel che piu’ condiziona le aspettative e spesso fa vedere la realta’ piu’ nera di quanto sia. Purtroppo, l’inflazione, la guerra, la crisi energetica hanno generato problemi e, tuttavia, sinora la sostenibilita’ sociale in Italia ha tenuto bene. Il rischio reale e’ per il futuro prossimo di continuare a galleggiare per paura e, in questa situazione, la cosa peggiore e’ affidarsi all’opinionismo, piuttosto che ragionare sulla chimica reale della nostra societa’”. Secondo il Presidente di Tendercapital, Moreno Zani, “i dati del Quarto Rapporto Censis-Tendercapital sulla sostenibilita’ sociale e il welfare italiano evidenziano in maniera chiara le difficolta’ che oggi incontrano i due pilastri del modello sociale italiano, le famiglie e lo Stato. Crescono, infatti, le ristrettezze economiche di molti nuclei familiari e, nonostante nel 2022 abbiano tenuto bene sia il reddito sia le spese per i consumi, occorre prendere atto di una severa contrazione del loro risparmio. Una situazione di instabilita’, insomma, che genera incertezza e preoccupazione per il futuro, ma anche la convinzione che si puo’ lavorare per un nuovo welfare inclusivo, prospero e sostenibile”. Per Maurizio Gasparri, Vice Presidente del Senato della Repubblica: “Il Rapporto mette in luce perplessita’, preoccupazioni e aspettative legate all’inflazione e al contesto economico e sociale. Guardando all’aspetto storico il Paese ha fatto dei progressi per quanto riguarda il welfare, registrando un avanzamento sotto il profilo delle tutele. Tuttavia, resta molto da fare e questo Rapporto ci indica una strada importante da seguire”. Federico Freni, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze: “Nel post pandemia il modello sociale italiano ha vissuto una sorta di crisi di mezza eta’, ma non di identita’. In alcuni Paesi, come quelli anglosassoni, le strutture sociali hanno mostrato una fragilita’ maggiore rispetto all’Italia. La domanda che dobbiamo porci a monte e’ se vogliamo che questo modello tenga. Il dato piu’ preoccupante che emerge dal Rapporto e’ l’indice di sconforto. Occorre precisare che all’interno della nostra dinamica inflattiva e’ prevalentemente la componente legata ai costi dell’energia, pertanto la risposta deve essere diversa. Bisogna avere fiducia nella resilienza di un sistema economico che nessun Paese in Europa ha mostrato di avere”. Maurizio Grifoni, Presidente Fondo Fon.Te., ha dichiarato che: “Dal Rapporto emergono dati preoccupanti. E’ una giornata importante, che ci fa vedere quali risvolti sociali ci sono nel nostro Paese, dovuti ad aspetti economici e finanziari, sia per le famiglie che per le imprese. C’e’ tanto pessimismo e un clima di sfiducia complessivo. Dobbiamo invertire questa tendenza. Bisogna reinvestire per uscire dall’attuale situazione di stallo. Il Pnrr e’ un’occasione per rimettere in moto il Paese, ma anche le istituzioni private devono fare la loro parte. Noi, come Fondo Fon.Te., ci stiamo impegnando per investire nell’economia reale al fine di ridare fiducia generando ricchezza’. Per Stefano Distilli, Presidente Cassa Dottori Commercialisti: “Il tema della sostenibilita’ e’ complesso, e’ un termine che ha significati diversi. Come Casse di previdenza privatizzate dobbiamo cercare di tenere insieme le fila di tutte le declinazioni del termine sostenibilita’, dalle prestazioni previdenziali, di welfare, a quelle ambientali. Dobbiamo cercare di farlo con risorse proprie, come gia’ facciamo, andando a seconda dell’evoluzione dei tempi ed esigenze delle nostre platee. Occorre tenere conto delle preoccupazioni che emergono dal Rapporto per interpretare sempre meglio il nostro lavoro, in un mondo, quello delle libere professioni, che viene visto sempre un po’ dorato, all’interno del quale ci si pone il tema delle disparita’ e come agire su di esse”. Andrea Cuccello, Segretario Confederale Cisl, ha spiegato che: “Uno dei grandi pilastri sociali e’ la famiglia, che ha mutato profondamente il suo profilo e che va aiutata e sostenuta con trasferimenti economici e servizi, se vogliamo implementare le nascite nel nostro Paese. A tale riguardo, il tema della non autosufficienza e’ particolarmente rilevante. Occorre costruire un vero e proprio modello industriale sull’asset dell’anzianita’ per sostenere le fasce piu’ fragili della popolazione, valorizzando il lavoro di cura. In questa fase straordinaria dobbiamo costruire insieme un’idea di Paese che preveda una grande concertazione fra governo e parti sociali. C’e’ da realizzare un nuovo paradigma fondato sulla partecipazione dei lavoratori all’interno delle aziende, che nelle prossime settimane lanceremo come Cisl attraverso una raccolta di firme per la sottoscrizione di una legge di iniziativa popolare, che veda al centro la contrattazione. Soltanto remando insieme sara’ possibile prendere il largo verso la direzione giusta”. Secondo Jorge Torre, Area Stato Sociale e Diritti Cgil: “Fra le varie riflessioni suscitate dal Rapporto, emerge l’importanza del ruolo dei giovani che occorre ascoltare sempre di piu’ per dare risposte alle loro istanze. E’ fondamentale, inoltre, coinvolgere i corpi intermedi per favorire una maggiore partecipazione dei lavoratori. Bisogna tenere presente che il primo diritto e’ quello al lavoro. In tal senso, e’ necessario rafforzare la contrattazione per combattere i privilegi. La sfida centrale riguarda le politiche attive, a partire dagli investimenti sulla formazione, per incentivare la diversificazione del mercato del lavoro”. Alfonso Celotto, Professore ordinario di Diritto Costituzionale Universita’ Roma Tre, ha rilevato che: “Quando parliamo dei diritti sociali stiamo andando al cuore della Costituzione. I Costituenti sapevano che bisognava investire in istruzione, salute, previdenza e assistenza. Tali strumenti ci hanno trasformato da Paese povero, devastato dalla guerra, in una potenza mondiale. Il problema, oggi, e’ la sostenibilita’ economica e sociale di tale modello”.
Welfare, Censis-Tendercapital: 85% italiani vede futuro incerto
Roma, 14 feb. (askanews) – Presentato al Senato a Roma il quarto Rapporto Censis-Tendercapital sulla ‘sostenibilita’ sociale e la rinnovata sfida del welfare italiano’, che ha per obiettivo quello di porre l’attenzione, tramite le opinioni, i comportamenti e i valori degli italiani, sulle difficolta’ che incontrano i due pilastri del modello sociale italiano, famiglie e Stato, che sono chiamati a misurarsi con nuove ristrettezze e crisi globali. Il welfare potra’ tornare a erogare servizi universalistici essenziali, ammortizzare disparita’ eccessive e supportare le persone solo con il ritorno del lavoro quale fonte primaria di opportunita’ di ascesa reddituale e sociale. Gli italiani sono preoccupati per il futuro prossimo della societa’. L’84,9% dichiara di intravedere incertezza e insicurezza. Allarma il blocco della mobilita’ sociale, che per il 58,6% dei cittadini fara’ aumentare le disparita’ sociali. Per il 43,3%, nella societa’ italiana ci saranno meno equita’ e giustizia sociale; il 36,9% teme minore attenzione ai diritti dei lavoratori. Il rialzo dei prezzi catalizza le paure degli italiani. Il 75,4% degli occupati e’ convinto che non avra’ aumenti delle entrate familiari nel prossimo anno, mentre il 73,9% degli italiani pensa che dovra’ ridimensionare le spese. La reazione alla minaccia dell’inflazione porta l’86,9% a essere favorevole a indicizzare retribuzioni, salari e stipendi all’aumento dei prezzi, tornando alla scala mobile. Prezzi piu’ alti si traducono in minor consumo di beni e servizi a parita’ di reddito, cosi’ il 59,7% degli italiani e’ convinto che dovra’ ridurre le spese per scarpe e abbigliamento, il 62,3% quelle per vacanze, viaggi e tempo libero, mentre il 41,7% pensa che dovra’ rinunciare a cure o visite mediche a pagamento intero, con risorse proprie. Tuttavia, nel 2022 redditi e spese per consumi delle famiglie hanno tenuto bene. Infatti, il reddito lordo disponibile delle famiglie consumatrici e’ rimasto invariato nel confronto tra I-III trimestre 2021 e gli stessi trimestri del 2022, con un -0,3% reale. Dal Quarto Rapporto Censis-Tendercapital emerge come il risparmio delle famiglie, nel confronto tra i primi nove mesi del 2022 e quelli del 2021, abbia subi’to una contrazione drastica in termini nominali (-292 miliardi di euro) e reali (-11,3%). Il cash, invece, e’ aumentato nominalmente di 36 miliardi di euro, subendo pero’ una riduzione reale del 3,8%. Sono 7,5 milioni le persone appartenenti a famiglie le cui entrate coprono appena le uscite e aumentano, rispetto al 2010, sia i lavoratori in poverta’ assoluta (erano il 3% del totale) sia in poverta’ relativa (erano il 7%). Il welfare pubblico stenta sempre piu’: il 67,3% degli italiani, nei dodici mesi precedenti l’intervista, per avere prestazioni sanitarie si e’ dovuto rivolgere al privato. Cosi’ solo il 40,4% e’ soddisfatto del funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale della sua Regione, mentre nel 2019 era il 55%. Il 90,4% degli italiani, con percentuali trasversali a redditi, condizione professionale, eta’ e titolo di studio, si dichiara favorevole a fissare una retribuzione minima per legge. Riguardo al reddito di cittadinanza, il 65,1% degli italiani lo reputa uno strumento per aiutare persone in difficolta’; al contempo, il 73,2% e’ convinto che tale strumento disincentiva le persone a lavorare, mentre oltre l’88% ritiene che i soldi pubblici dovrebbero servire a incentivare la ricerca del lavoro. Per il Presidente del Censis, Giuseppe De Rita, “la nostra societa’ e’ segnata da un elemento cruciale: la paura dell’incertezza futura. E’ quel che piu’ condiziona le aspettative e spesso fa vedere la realta’ piu’ nera di quanto sia. Purtroppo, l’inflazione, la guerra, la crisi energetica hanno generato problemi e, tuttavia, sinora la sostenibilita’ sociale in Italia ha tenuto bene. Il rischio reale e’ per il futuro prossimo di continuare a galleggiare per paura e, in questa situazione, la cosa peggiore e’ affidarsi all’opinionismo, piuttosto che ragionare sulla chimica reale della nostra societa’”. Secondo il Presidente di Tendercapital, Moreno Zani, “i dati del Quarto Rapporto Censis-Tendercapital sulla sostenibilita’ sociale e il welfare italiano evidenziano in maniera chiara le difficolta’ che oggi incontrano i due pilastri del modello sociale italiano, le famiglie e lo Stato. Crescono, infatti, le ristrettezze economiche di molti nuclei familiari e, nonostante nel 2022 abbiano tenuto bene sia il reddito sia le spese per i consumi, occorre prendere atto di una severa contrazione del loro risparmio. Una situazione di instabilita’, insomma, che genera incertezza e preoccupazione per il futuro, ma anche la convinzione che si puo’ lavorare per un nuovo welfare inclusivo, prospero e sostenibile”. Per Maurizio Gasparri, Vice Presidente del Senato della Repubblica: “Il Rapporto mette in luce perplessita’, preoccupazioni e aspettative legate all’inflazione e al contesto economico e sociale. Guardando all’aspetto storico il Paese ha fatto dei progressi per quanto riguarda il welfare, registrando un avanzamento sotto il profilo delle tutele. Tuttavia, resta molto da fare e questo Rapporto ci indica una strada importante da seguire”. Federico Freni, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze: “Nel post pandemia il modello sociale italiano ha vissuto una sorta di crisi di mezza eta’, ma non di identita’. In alcuni Paesi, come quelli anglosassoni, le strutture sociali hanno mostrato una fragilita’ maggiore rispetto all’Italia. La domanda che dobbiamo porci a monte e’ se vogliamo che questo modello tenga. Il dato piu’ preoccupante che emerge dal Rapporto e’ l’indice di sconforto. Occorre precisare che all’interno della nostra dinamica inflattiva e’ prevalentemente la componente legata ai costi dell’energia, pertanto la risposta deve essere diversa. Bisogna avere fiducia nella resilienza di un sistema economico che nessun Paese in Europa ha mostrato di avere”. Maurizio Grifoni, Presidente Fondo Fon.Te., ha dichiarato che: “Dal Rapporto emergono dati preoccupanti. E’ una giornata importante, che ci fa vedere quali risvolti sociali ci sono nel nostro Paese, dovuti ad aspetti economici e finanziari, sia per le famiglie che per le imprese. C’e’ tanto pessimismo e un clima di sfiducia complessivo. Dobbiamo invertire questa tendenza. Bisogna reinvestire per uscire dall’attuale situazione di stallo. Il Pnrr e’ un’occasione per rimettere in moto il Paese, ma anche le istituzioni private devono fare la loro parte. Noi, come Fondo Fon.Te., ci stiamo impegnando per investire nell’economia reale al fine di ridare fiducia generando ricchezza’. Per Stefano Distilli, Presidente Cassa Dottori Commercialisti: “Il tema della sostenibilita’ e’ complesso, e’ un termine che ha significati diversi. Come Casse di previdenza privatizzate dobbiamo cercare di tenere insieme le fila di tutte le declinazioni del termine sostenibilita’, dalle prestazioni previdenziali, di welfare, a quelle ambientali. Dobbiamo cercare di farlo con risorse proprie, come gia’ facciamo, andando a seconda dell’evoluzione dei tempi ed esigenze delle nostre platee. Occorre tenere conto delle preoccupazioni che emergono dal Rapporto per interpretare sempre meglio il nostro lavoro, in un mondo, quello delle libere professioni, che viene visto sempre un po’ dorato, all’interno del quale ci si pone il tema delle disparita’ e come agire su di esse”. Andrea Cuccello, Segretario Confederale Cisl, ha spiegato che: “Uno dei grandi pilastri sociali e’ la famiglia, che ha mutato profondamente il suo profilo e che va aiutata e sostenuta con trasferimenti economici e servizi, se vogliamo implementare le nascite nel nostro Paese. A tale riguardo, il tema della non autosufficienza e’ particolarmente rilevante. Occorre costruire un vero e proprio modello industriale sull’asset dell’anzianita’ per sostenere le fasce piu’ fragili della popolazione, valorizzando il lavoro di cura. In questa fase straordinaria dobbiamo costruire insieme un’idea di Paese che preveda una grande concertazione fra governo e parti sociali. C’e’ da realizzare un nuovo paradigma fondato sulla partecipazione dei lavoratori all’interno delle aziende, che nelle prossime settimane lanceremo come Cisl attraverso una raccolta di firme per la sottoscrizione di una legge di iniziativa popolare, che veda al centro la contrattazione. Soltanto remando insieme sara’ possibile prendere il largo verso la direzione giusta”. Secondo Jorge Torre, Area Stato Sociale e Diritti Cgil: “Fra le varie riflessioni suscitate dal Rapporto, emerge l’importanza del ruolo dei giovani che occorre ascoltare sempre di piu’ per dare risposte alle loro istanze. E’ fondamentale, inoltre, coinvolgere i corpi intermedi per favorire una maggiore partecipazione dei lavoratori. Bisogna tenere presente che il primo diritto e’ quello al lavoro. In tal senso, e’ necessario rafforzare la contrattazione per combattere i privilegi. La sfida centrale riguarda le politiche attive, a partire dagli investimenti sulla formazione, per incentivare la diversificazione del mercato del lavoro”. Alfonso Celotto, Professore ordinario di Diritto Costituzionale Universita’ Roma Tre, ha rilevato che: “Quando parliamo dei diritti sociali stiamo andando al cuore della Costituzione. I Costituenti sapevano che bisognava investire in istruzione, salute, previdenza e assistenza. Tali strumenti ci hanno trasformato da Paese povero, devastato dalla guerra, in una potenza mondiale. Il problema, oggi, e’ la sostenibilita’ economica e sociale di tale modello”.