Roma, 14 feb. (askanews) – Gli imputati soffrono di claustrofobia e siccome non è stato predisposto un mezzo più grande per il trasporto dal carcere l’udienza del processo viene rinviata. Il fatto è avvenuto nell’ambito di una udienza davanti alla corte d’assise d’appello in relazione all’omicidio del personal trainer Luca Sacchi, avvenuto il 23 ottobre 2019 a Roma. I giudici, vista la situazione di fatto, hanno rinviato alla data del 23 febbraio, allora è prevista la requisitoria del pg Francesco Mollace. Gli imputati con problemi di claustrofobia sono proprio i due presunti responsabili dell’omicidio, Valerio Del Grosso, che in primo grado ha avuto 27 anni, e Paolo Pirino, che ha preso 25 anni. Il problema – hanno riferiteo diversi legali – non era stato predisposto per loro neanche il videocollegamento. Il papà di Luca Sacchi, il signor Alfonso, ha detto: Per un genitore è sempre un’agonia essere qui. E’ una sofferenza. Qui si parla di cavilli e non posso non pensare che quando hanno ucciso mio figlio quei due erano in una Smart che e molto piu piccola di un camionetta per il trasporto detenuti ed ora soffrono di claustrofobia, ma perché all’epoca viaggiavano in una Smart in due?”. La mamma del ragazzo ucciso a colpi di pistola, la signora Tina Galati, ha aggiunto: “Io soffro di attacchi di panico da quando è morto mio figlio soffro di tachicardia e non sento più da un orecchio, eppure sono qui perché sono la mamma. Ma non si puo allungare sempre questa tortura, non ce la faccio più. Voglio che finisca questo processo per poter stare sola con il mio dolore”." />
Roma, 14 feb. (askanews) – Gli imputati soffrono di claustrofobia e siccome non è stato predisposto un mezzo più grande per il trasporto dal carcere l’udienza del processo viene rinviata. Il fatto è avvenuto nell’ambito di una udienza davanti alla corte d’assise d’appello in relazione all’omicidio del personal trainer Luca Sacchi, avvenuto il 23 ottobre 2019 a Roma. I giudici, vista la situazione di fatto, hanno rinviato alla data del 23 febbraio, allora è prevista la requisitoria del pg Francesco Mollace. Gli imputati con problemi di claustrofobia sono proprio i due presunti responsabili dell’omicidio, Valerio Del Grosso, che in primo grado ha avuto 27 anni, e Paolo Pirino, che ha preso 25 anni. Il problema – hanno riferiteo diversi legali – non era stato predisposto per loro neanche il videocollegamento. Il papà di Luca Sacchi, il signor Alfonso, ha detto: Per un genitore è sempre un’agonia essere qui. E’ una sofferenza. Qui si parla di cavilli e non posso non pensare che quando hanno ucciso mio figlio quei due erano in una Smart che e molto piu piccola di un camionetta per il trasporto detenuti ed ora soffrono di claustrofobia, ma perché all’epoca viaggiavano in una Smart in due?”. La mamma del ragazzo ucciso a colpi di pistola, la signora Tina Galati, ha aggiunto: “Io soffro di attacchi di panico da quando è morto mio figlio soffro di tachicardia e non sento più da un orecchio, eppure sono qui perché sono la mamma. Ma non si puo allungare sempre questa tortura, non ce la faccio più. Voglio che finisca questo processo per poter stare sola con il mio dolore”." /> Omicidio Sacchi, imputati soffrono claustrofobia: salta udienza – askanews.it

Omicidio Sacchi, imputati soffrono claustrofobia: salta udienza

Roma, 14 feb. (askanews) – Gli imputati soffrono di claustrofobia e siccome non è stato predisposto un mezzo più grande per il trasporto dal carcere l’udienza del processo viene rinviata. Il fatto è avvenuto nell’ambito di una udienza davanti alla corte d’assise d’appello in relazione all’omicidio del personal trainer Luca Sacchi, avvenuto il 23 ottobre 2019 a Roma. I giudici, vista la situazione di fatto, hanno rinviato alla data del 23 febbraio, allora è prevista la requisitoria del pg Francesco Mollace. Gli imputati con problemi di claustrofobia sono proprio i due presunti responsabili dell’omicidio, Valerio Del Grosso, che in primo grado ha avuto 27 anni, e Paolo Pirino, che ha preso 25 anni. Il problema – hanno riferiteo diversi legali – non era stato predisposto per loro neanche il videocollegamento. Il papà di Luca Sacchi, il signor Alfonso, ha detto: Per un genitore è sempre un’agonia essere qui. E’ una sofferenza. Qui si parla di cavilli e non posso non pensare che quando hanno ucciso mio figlio quei due erano in una Smart che e molto piu piccola di un camionetta per il trasporto detenuti ed ora soffrono di claustrofobia, ma perché all’epoca viaggiavano in una Smart in due?”. La mamma del ragazzo ucciso a colpi di pistola, la signora Tina Galati, ha aggiunto: “Io soffro di attacchi di panico da quando è morto mio figlio soffro di tachicardia e non sento più da un orecchio, eppure sono qui perché sono la mamma. Ma non si puo allungare sempre questa tortura, non ce la faccio più. Voglio che finisca questo processo per poter stare sola con il mio dolore”.
Feb 14, 2023
I genitori della vittima: processo è sempre una agonia

Roma, 14 feb. (askanews) – Gli imputati soffrono di claustrofobia e siccome non è stato predisposto un mezzo più grande per il trasporto dal carcere l’udienza del processo viene rinviata. Il fatto è avvenuto nell’ambito di una udienza davanti alla corte d’assise d’appello in relazione all’omicidio del personal trainer Luca Sacchi, avvenuto il 23 ottobre 2019 a Roma. I giudici, vista la situazione di fatto, hanno rinviato alla data del 23 febbraio, allora è prevista la requisitoria del pg Francesco Mollace. Gli imputati con problemi di claustrofobia sono proprio i due presunti responsabili dell’omicidio, Valerio Del Grosso, che in primo grado ha avuto 27 anni, e Paolo Pirino, che ha preso 25 anni. Il problema – hanno riferiteo diversi legali – non era stato predisposto per loro neanche il videocollegamento.

Il papà di Luca Sacchi, il signor Alfonso, ha detto: Per un genitore è sempre un’agonia essere qui. E’ una sofferenza. Qui si parla di cavilli e non posso non pensare che quando hanno ucciso mio figlio quei due erano in una Smart che e molto piu piccola di un camionetta per il trasporto detenuti ed ora soffrono di claustrofobia, ma perché all’epoca viaggiavano in una Smart in due?”. La mamma del ragazzo ucciso a colpi di pistola, la signora Tina Galati, ha aggiunto: “Io soffro di attacchi di panico da quando è morto mio figlio soffro di tachicardia e non sento più da un orecchio, eppure sono qui perché sono la mamma. Ma non si puo allungare sempre questa tortura, non ce la faccio più. Voglio che finisca questo processo per poter stare sola con il mio dolore”.