Raffaello Lupi: errore giuridico macroscopico
Roma, 31 gen. (askanews) – “Era davvero necessario un sequestro preventivo di questo tipo? La misura cautelare deve essere l’extrema ratio. Oggi c’e’ la corsa ad andare sui giornali e sui giornali ci vai quando c’e’ una misura cautelare. Lo Stato agendo in questo modo rischia una causa plurimilionaria dall’imputato che non ha avuto la possibilita’ di spiegare le sue ragioni”. Lo ha detto l’avvocato Antonio Ingroia, ex magistrato antimafia della Procura di Palermo, intervenuto ieri sera nella trasmissione “L’imprenditore e gli altri” condotta da Stefano Bandecchi su Cusano Italia Tv, per commentare l’inchiesta sulla presunta evasione fiscale che ha portato la Gdf a sequestrare 20 milioni di euro ai vertici dell’Universita’ Niccolo’ Cusano.
Ingroia ha poi sottolineato: “La polizia giudiziaria fa la sua parte, piu’ reati trovi e piu’ carriera fai. Il problema e’ il ruolo della magistratura, neanche la magistratura deve essere l’avvocato della polizia giudiziaria. Ci dovrebbe essere un pm che talvolta ha delle competenze, talvolta no, puo’ darsi che il pm non abbia oggi la forza di fare da filtro rispetto ad un’indagine di sequestro. Poi viene il gip – che dovrebbe essere un argine costituzionale rispetto alla richiesta del pm – che finisce per fare una specie di copia e incolla di quello che ha proposto il pubblico ministero che a sua volta fa il copia e incolla rispetto a quello che ha fatto la Guardia di finanza. La Cassazione e’ intervenuta e ha dichiarato delle ordinanze cautelari nulle proprio perche’ e’ stata applicata la tecnica del copia e incolla”.
Il professor Raffaello Lupi, docente di diritto tributario all’Universita’ di Tor Vergata, ha aggiunto: “Errore giuridico macroscopico. Procura e GDF hanno trasformato l’universita’ e hanno applicato la diversa disciplina delle palestre, dei ristornati dei circoli culturali. Questo non c’entra nulla. L’Italia e’ una Repubblica democratica fondata sulle colpe di qualcuno, uno degli interpreti di questa narrazione sono i grandi evasori. Ma i veri grandi evasori non si fanno trovare.” Per poi concludere: “Il concetto classico di evasione cui pensa l’uomo della strada quando sente evasione e’ uno che prende gli incassi e non li registra fiscalmente oppure registra spese fittizie, fa fatturare da paradisi fiscali. Questa e’ l’evasione: prendo i soldi e non li registro, oppure mi invento delle spese finte in modo da non pagare. Poi c’e’ l’evasione delle grandi aziende, che si chiama elusione: faccio degli artefici giuridici e mi metto nella condizione di non pagare”.
Il docente ha poi sottolineato: “Poi c’e’ l’evasione da interpretazione. Voi vi siete considerati universita’ – e quindi fuori campo dalle imposte sui redditi, perche’ e’ una funzione statale esercitata da un ente nato da un decreto del ministero – e loro vi hanno detto: siete un ristorante che si finge circolo culturale. Siamo nel mondo dell’evasione da tesi giuridiche. Voi dite: siamo universita’ e loro dicono siete un circolo sportivo mascherato, perche’ con gli utili avete comprato altre cose. E’ un’evasione da interpretazione. E’ un rielaborare interpretativamente in chiave di disposizioni applicabili. Dietro c’e’ l’idea della lotta all’evasione. Il problema e’ l’esposizione mediatica”.
Caso Unicusano, Ingroia: Stato rischia causa plurimilionaria
Roma, 31 gen. (askanews) – “Era davvero necessario un sequestro preventivo di questo tipo? La misura cautelare deve essere l’extrema ratio. Oggi c’e’ la corsa ad andare sui giornali e sui giornali ci vai quando c’e’ una misura cautelare. Lo Stato agendo in questo modo rischia una causa plurimilionaria dall’imputato che non ha avuto la possibilita’ di spiegare le sue ragioni”. Lo ha detto l’avvocato Antonio Ingroia, ex magistrato antimafia della Procura di Palermo, intervenuto ieri sera nella trasmissione “L’imprenditore e gli altri” condotta da Stefano Bandecchi su Cusano Italia Tv, per commentare l’inchiesta sulla presunta evasione fiscale che ha portato la Gdf a sequestrare 20 milioni di euro ai vertici dell’Universita’ Niccolo’ Cusano.
Ingroia ha poi sottolineato: “La polizia giudiziaria fa la sua parte, piu’ reati trovi e piu’ carriera fai. Il problema e’ il ruolo della magistratura, neanche la magistratura deve essere l’avvocato della polizia giudiziaria. Ci dovrebbe essere un pm che talvolta ha delle competenze, talvolta no, puo’ darsi che il pm non abbia oggi la forza di fare da filtro rispetto ad un’indagine di sequestro. Poi viene il gip – che dovrebbe essere un argine costituzionale rispetto alla richiesta del pm – che finisce per fare una specie di copia e incolla di quello che ha proposto il pubblico ministero che a sua volta fa il copia e incolla rispetto a quello che ha fatto la Guardia di finanza. La Cassazione e’ intervenuta e ha dichiarato delle ordinanze cautelari nulle proprio perche’ e’ stata applicata la tecnica del copia e incolla”.
Il professor Raffaello Lupi, docente di diritto tributario all’Universita’ di Tor Vergata, ha aggiunto: “Errore giuridico macroscopico. Procura e GDF hanno trasformato l’universita’ e hanno applicato la diversa disciplina delle palestre, dei ristornati dei circoli culturali. Questo non c’entra nulla. L’Italia e’ una Repubblica democratica fondata sulle colpe di qualcuno, uno degli interpreti di questa narrazione sono i grandi evasori. Ma i veri grandi evasori non si fanno trovare.” Per poi concludere: “Il concetto classico di evasione cui pensa l’uomo della strada quando sente evasione e’ uno che prende gli incassi e non li registra fiscalmente oppure registra spese fittizie, fa fatturare da paradisi fiscali. Questa e’ l’evasione: prendo i soldi e non li registro, oppure mi invento delle spese finte in modo da non pagare. Poi c’e’ l’evasione delle grandi aziende, che si chiama elusione: faccio degli artefici giuridici e mi metto nella condizione di non pagare”.
Il docente ha poi sottolineato: “Poi c’e’ l’evasione da interpretazione. Voi vi siete considerati universita’ – e quindi fuori campo dalle imposte sui redditi, perche’ e’ una funzione statale esercitata da un ente nato da un decreto del ministero – e loro vi hanno detto: siete un ristorante che si finge circolo culturale. Siamo nel mondo dell’evasione da tesi giuridiche. Voi dite: siamo universita’ e loro dicono siete un circolo sportivo mascherato, perche’ con gli utili avete comprato altre cose. E’ un’evasione da interpretazione. E’ un rielaborare interpretativamente in chiave di disposizioni applicabili. Dietro c’e’ l’idea della lotta all’evasione. Il problema e’ l’esposizione mediatica”.