Invento’ telescopio a tasselli, tecnica usata per Webb Telescope
Roma, 27 gen. (askanews) – In occasione del Giorno della Memoria l’Osservatorio astronomico di Capodimonte dell’Inaf, a Napoli, rende omaggio all’astronomo ebreo triestino Guido Horn d’Arturo che, prima di essere colpito dalle leggi razziali, negli anni ’30 del Novecento aveva inventato e costruito il primo telescopio a tasselli. Una tecnologia rivoluzionaria, oggi impiegata per la realizzazione dei maggiori telescopi spaziali e terrestri, come l’Extremely Large Telescope in costruzione in Cile e il James Webb Space Telescope lanciato a dicembre 2021 che, con i suoi 18 tasselli esagonali e un’apertura di sei metri e mezzo, sta inviando sulla Terra immagini uniche.
A lui e’ dedicata la conferenza scientifica con Enrico Cascone “Frammenti di cielo – Quando rompere uno specchio e’ un’idea geniale”, aperta al pubblico – ingresso gratuito con prenotazione – in programma stasera alle 20.30. “Un modo originale per celebrare il Giorno della Memoria – dichiara Marcella Marconi, direttrice dell’Osservatorio di Capodimonte – ricordando che l’ingegno e la genialita’ sopravvivono agli steccati e alle barbarie”.
“Guido Horn D’Arturo e George Ellery Hale, negli anni Trenta del secolo scorso, affrontarono la sfida tecnologica della costruzione di grandi specchi per l’astronomia seguendo strade diametralmente opposte. Nonostante la tempesta delle leggi razziali che si abbatte’ su Horn D’Arturo nel ’38 – ricorda Cascone a Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica – e’ la sua idea quella che l’evoluzione tecnologica ha dichiarato vincente, premiando l’intelligenza e l’intuito dove altri vedevano una ‘razza inferiore'”.
La soluzione modulare – che permettera’ di trasportare nello spazio, ripiegandola su se’ stessa, una struttura tanto imponente come lo specchio del James Webb – fu ideata e realizzata da Guido Horn d’Arturo negli anni in cui fu chiamato a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Bologna. Rimosso dall’incarico e allontanato dal mondo accademico nel ’38 a causa delle leggi razziali, l’astronomo continuo’ a lavorare alla sua intuizione anche negli anni dell’esilio. Rientrato a Bologna, torno’ all’Osservatorio dove realizzo’ uno specchio da 180 cm formato da 61 tasselli esagonali.
Lo specchio, che completo’ nel 1952, si trova ancora oggi all’interno della Specola di Bologna, esattamente nel luogo in cui lo mise l’astronomo che lo utilizzo’ per realizzare migliaia di osservazioni astronomiche, testimoniate da una collezione di 17.000 lastre fotografiche.
Giorno Memoria, Inaf: omaggio all’astronomo ebreo Horn D’Arturo
Roma, 27 gen. (askanews) – In occasione del Giorno della Memoria l’Osservatorio astronomico di Capodimonte dell’Inaf, a Napoli, rende omaggio all’astronomo ebreo triestino Guido Horn d’Arturo che, prima di essere colpito dalle leggi razziali, negli anni ’30 del Novecento aveva inventato e costruito il primo telescopio a tasselli. Una tecnologia rivoluzionaria, oggi impiegata per la realizzazione dei maggiori telescopi spaziali e terrestri, come l’Extremely Large Telescope in costruzione in Cile e il James Webb Space Telescope lanciato a dicembre 2021 che, con i suoi 18 tasselli esagonali e un’apertura di sei metri e mezzo, sta inviando sulla Terra immagini uniche.
A lui e’ dedicata la conferenza scientifica con Enrico Cascone “Frammenti di cielo – Quando rompere uno specchio e’ un’idea geniale”, aperta al pubblico – ingresso gratuito con prenotazione – in programma stasera alle 20.30. “Un modo originale per celebrare il Giorno della Memoria – dichiara Marcella Marconi, direttrice dell’Osservatorio di Capodimonte – ricordando che l’ingegno e la genialita’ sopravvivono agli steccati e alle barbarie”.
“Guido Horn D’Arturo e George Ellery Hale, negli anni Trenta del secolo scorso, affrontarono la sfida tecnologica della costruzione di grandi specchi per l’astronomia seguendo strade diametralmente opposte. Nonostante la tempesta delle leggi razziali che si abbatte’ su Horn D’Arturo nel ’38 – ricorda Cascone a Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica – e’ la sua idea quella che l’evoluzione tecnologica ha dichiarato vincente, premiando l’intelligenza e l’intuito dove altri vedevano una ‘razza inferiore'”.
La soluzione modulare – che permettera’ di trasportare nello spazio, ripiegandola su se’ stessa, una struttura tanto imponente come lo specchio del James Webb – fu ideata e realizzata da Guido Horn d’Arturo negli anni in cui fu chiamato a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Bologna. Rimosso dall’incarico e allontanato dal mondo accademico nel ’38 a causa delle leggi razziali, l’astronomo continuo’ a lavorare alla sua intuizione anche negli anni dell’esilio. Rientrato a Bologna, torno’ all’Osservatorio dove realizzo’ uno specchio da 180 cm formato da 61 tasselli esagonali.
Lo specchio, che completo’ nel 1952, si trova ancora oggi all’interno della Specola di Bologna, esattamente nel luogo in cui lo mise l’astronomo che lo utilizzo’ per realizzare migliaia di osservazioni astronomiche, testimoniate da una collezione di 17.000 lastre fotografiche.