Dona polmone al figlio: a Bergamo primo trapianto da vivente in Italia – askanews.it

Dona polmone al figlio: a Bergamo primo trapianto da vivente in Italia

Milano, 18 gen. (askanews) – E’ un bambino di 5 anni, proveniente da un’altra regione, il primo paziente in Italia ad essere stato sottoposto, martedi’ 17 gennaio 2023 all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ad un trapianto di polmone da donatore vivente. Il donatore e’ il padre del piccolo, che dopo aver donato al bambino il midollo per curare una rara malattia che lo affligge fin dalla nascita, ha scelto di donare anche una parte del suo polmone per salvare la vita al figlio. Si tratta di un caso molto raro, con pochissimi precedenti in Europa. Il bambino e’ infatti affetto da talassemia o anemia mediterranea, una patologia del sangue che ha reso necessario un trapianto di midollo, effettuato in un altro ospedale italiano. La donazione del midollo dal padre, con conseguente “trasferimento” del sistema immunitario del genitore sul figlio, ha pero’ generato la cosiddetta malattia da trapianto contro l’ospite (Graft versus Host Disease, GvHD), una grave complicanza che si osserva nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico. Si tratta di una complessa reazione immunitaria, dove le cellule trapiantate provenienti dal donatore “attaccano” gli organi e i tessuti del ricevente, che il nuovo sistema immunitario non riesce a riconoscere come propri. Questa forma di rigetto aveva causato al bambino un danno estremamente grave ed irreversibile alla funzionalita’ polmonare, che ha poi reso necessario il trapianto di polmone realizzato a Bergamo. Padre e figlio restano ricoverati all’Ospedale di Bergamo e la loro prognosi e’ ancora riservata. I medici sono pero’ fiduciosi sul decorso post operatorio, anche perche’ in questo caso il rischio di rigetto, particolarmente elevato per il trapianto di polmone da cadavere, e’ molto basso quando il sistema immunitario “riconosce” il nuovo organo come proprio. E’ questo il motivo principale per cui, quando un ospedale da fuori regione ha chiesto la disponibilita’ del Papa Giovanni XXIII ad accettare il paziente pediatrico per un trapianto di polmone, i chirurghi di Bergamo, con alle spalle una quarantennale esperienza nel campo dei trapianti e della chirurgica maggiore, hanno proposto alla famiglia la donazione da vivente. “L’estrema rarita’ di questi casi e i limiti tecnici del trapianto da vivente, nel caso del polmone non lo rendono un’opzione terapeutica di facile applicazione. Per questo, diversamente da quanto succede per altri organi, non viene abitualmente considerata un’opzione alla portata di tutti, in grado di contribuire efficacemente all’abbattimento delle liste d’attesa – ha precisato Michele Colledan, direttore del Dipartimento di insufficienza d’organo e trapianti e dell’Unita’ di Chirurgia generale 3 – trapianti addominali dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. L’intervento segna comunque per il nostro Ospedale una tappa importante in un percorso di crescita dell’attivita’ trapiantologica quasi quarantennale. Un cammino intrapreso grazie al pionierismo di Lucio Parenzan nella cardiochirurgia pediatrica e che ci ha portati, anche grazie a Giuseppe Locatelli, alla specializzazione nelle patologie del bambino congenite e acquisite e che, negli ultimi 20 anni, si e’ rafforzata puntando ad un’attivita’ clinica di alto livello sul polmone, anche nell’adulto”.
Gen 18, 2023

Il piccolo, 5 anni, affetto da anemia mediterranea

Milano, 18 gen. (askanews) – E’ un bambino di 5 anni, proveniente da un’altra regione, il primo paziente in Italia ad essere stato sottoposto, martedi’ 17 gennaio 2023 all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ad un trapianto di polmone da donatore vivente. Il donatore e’ il padre del piccolo, che dopo aver donato al bambino il midollo per curare una rara malattia che lo affligge fin dalla nascita, ha scelto di donare anche una parte del suo polmone per salvare la vita al figlio. Si tratta di un caso molto raro, con pochissimi precedenti in Europa.

Il bambino e’ infatti affetto da talassemia o anemia mediterranea, una patologia del sangue che ha reso necessario un trapianto di midollo, effettuato in un altro ospedale italiano. La donazione del midollo dal padre, con conseguente “trasferimento” del sistema immunitario del genitore sul figlio, ha pero’ generato la cosiddetta malattia da trapianto contro l’ospite (Graft versus Host Disease, GvHD), una grave complicanza che si osserva nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico. Si tratta di una complessa reazione immunitaria, dove le cellule trapiantate provenienti dal donatore “attaccano” gli organi e i tessuti del ricevente, che il nuovo sistema immunitario non riesce a riconoscere come propri. Questa forma di rigetto aveva causato al bambino un danno estremamente grave ed irreversibile alla funzionalita’ polmonare, che ha poi reso necessario il trapianto di polmone realizzato a Bergamo.

Padre e figlio restano ricoverati all’Ospedale di Bergamo e la loro prognosi e’ ancora riservata. I medici sono pero’ fiduciosi sul decorso post operatorio, anche perche’ in questo caso il rischio di rigetto, particolarmente elevato per il trapianto di polmone da cadavere, e’ molto basso quando il sistema immunitario “riconosce” il nuovo organo come proprio. E’ questo il motivo principale per cui, quando un ospedale da fuori regione ha chiesto la disponibilita’ del Papa Giovanni XXIII ad accettare il paziente pediatrico per un trapianto di polmone, i chirurghi di Bergamo, con alle spalle una quarantennale esperienza nel campo dei trapianti e della chirurgica maggiore, hanno proposto alla famiglia la donazione da vivente.

“L’estrema rarita’ di questi casi e i limiti tecnici del trapianto da vivente, nel caso del polmone non lo rendono un’opzione terapeutica di facile applicazione. Per questo, diversamente da quanto succede per altri organi, non viene abitualmente considerata un’opzione alla portata di tutti, in grado di contribuire efficacemente all’abbattimento delle liste d’attesa – ha precisato Michele Colledan, direttore del Dipartimento di insufficienza d’organo e trapianti e dell’Unita’ di Chirurgia generale 3 – trapianti addominali dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. L’intervento segna comunque per il nostro Ospedale una tappa importante in un percorso di crescita dell’attivita’ trapiantologica quasi quarantennale. Un cammino intrapreso grazie al pionierismo di Lucio Parenzan nella cardiochirurgia pediatrica e che ci ha portati, anche grazie a Giuseppe Locatelli, alla specializzazione nelle patologie del bambino congenite e acquisite e che, negli ultimi 20 anni, si e’ rafforzata puntando ad un’attivita’ clinica di alto livello sul polmone, anche nell’adulto”.