Banche, Abi: raccolta obbligazioni si stabilizza dopo 10 anni di cali – askanews.it

Banche, Abi: raccolta obbligazioni si stabilizza dopo 10 anni di cali

Roma, 17 gen. (askanews) – Si accentua in Italia la dinamica di calo della raccolta diretta complessiva delle banche, ma intanto la raccolta tramite obbligazioni si e’ all’opposto stabilizzata per la prima volta dopo quasi 10 anni anni di continue contrazioni, che avevano visto una eccezione unicamente in un mese del 2019. Complessivamente a dicembre la raccolta ha registrato un meno 1,2% annuo, dopo il meno 0,2% registrato sia a novembre che ad ottobre, secondo quanto riporta l’Abi nel suo Rapporto mensile. Secondo lo studio i depositi sono scesi di 24,1 miliardi di euro rispetto a un anno prima, pari al meno 1,3% su base annuale. La riduzione dei depositi e’ imputabile prevalentemente alle imprese, dice l’Abi, con meno 33,4 miliardi di euro tra luglio e novembre 2022, laddove avevano registrato tra dicembre 2019 e luglio 2022 un incremento dei depositi di oltre 130 miliardi di euro. Inoltre “e’ importante segnalare che la raccolta indiretta registra un notevole incremento, soprattutto sulla detenzione di titoli tramite le banche”, ha sottolineato il vicedirettore generale dell’Abi, Gianfranco Torriero durante un briefing. Questa voce, che corrisponde agli investimenti in titoli custoditi presso le banche (sia in gestione sia detenuti direttamente della clientela) ha segnato un incremento, ben maggiore, di circa 82 miliardi tra luglio e novembre 2022, di cui 56,7 miliardi riconducili alle famiglie, 7 alle imprese e il restante agli altri settori (imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). Intanto, la raccolta a medio e lungo termine, cioe’ tramite obbligazioni emesse dalle banche, si e’ stabilizzata ed e’ rimasta invariata rispetto ad un anno prima. Secondo i tecnici dell’Abi non si registrava una variazione non negativa dal novembre 2019 (quando si era verificato un +2,1%), ma quello era stato l’unico valore positivo in una serie di cali che risale al lontano febbraio 2012, quando la variazione era risultata pari al piu’ 0,1%. Ora si trattera’ di vedere se la dinamica di dicembre, a differenza di quanto avvenuto nel 2019, mostrera’ un consolidamento. Secondo lo studio dell’Abi, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e societa’ non finanziarie) e’ in Italia allo 0,62%, dallo 0,58% nel mese precedente. Il tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito) e’ marginalmente salito allo 0,46%, dallo 0,42% nel mese precedente. Il tasso sui Pct (pronti contro termine) e’ calato allo 0,92%, dall’1,67% il mese precedente. Il rendimento delle obbligazioni in essere e’ salito al 2,12% dal 2,07%. Infine l’Abi rileva che il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e societa’ non finanziarie, a dicembre 2022, in Italia risulta pari a 260 punti base (238 nel mese precedente), inferiore rispetto gli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).
Gen 17, 2023

Raccolta totale cala ma sale su investimenti titoli tramite banche

Roma, 17 gen. (askanews) – Si accentua in Italia la dinamica di calo della raccolta diretta complessiva delle banche, ma intanto la raccolta tramite obbligazioni si e’ all’opposto stabilizzata per la prima volta dopo quasi 10 anni anni di continue contrazioni, che avevano visto una eccezione unicamente in un mese del 2019.

Complessivamente a dicembre la raccolta ha registrato un meno 1,2% annuo, dopo il meno 0,2% registrato sia a novembre che ad ottobre, secondo quanto riporta l’Abi nel suo Rapporto mensile. Secondo lo studio i depositi sono scesi di 24,1 miliardi di euro rispetto a un anno prima, pari al meno 1,3% su base annuale. La riduzione dei depositi e’ imputabile prevalentemente alle imprese, dice l’Abi, con meno 33,4 miliardi di euro tra luglio e novembre 2022, laddove avevano registrato tra dicembre 2019 e luglio 2022 un incremento dei depositi di oltre 130 miliardi di euro.

Inoltre “e’ importante segnalare che la raccolta indiretta registra un notevole incremento, soprattutto sulla detenzione di titoli tramite le banche”, ha sottolineato il vicedirettore generale dell’Abi, Gianfranco Torriero durante un briefing. Questa voce, che corrisponde agli investimenti in titoli custoditi presso le banche (sia in gestione sia detenuti direttamente della clientela) ha segnato un incremento, ben maggiore, di circa 82 miliardi tra luglio e novembre 2022, di cui 56,7 miliardi riconducili alle famiglie, 7 alle imprese e il restante agli altri settori (imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).

Intanto, la raccolta a medio e lungo termine, cioe’ tramite obbligazioni emesse dalle banche, si e’ stabilizzata ed e’ rimasta invariata rispetto ad un anno prima. Secondo i tecnici dell’Abi non si registrava una variazione non negativa dal novembre 2019 (quando si era verificato un +2,1%), ma quello era stato l’unico valore positivo in una serie di cali che risale al lontano febbraio 2012, quando la variazione era risultata pari al piu’ 0,1%.

Ora si trattera’ di vedere se la dinamica di dicembre, a differenza di quanto avvenuto nel 2019, mostrera’ un consolidamento.

Secondo lo studio dell’Abi, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e societa’ non finanziarie) e’ in Italia allo 0,62%, dallo 0,58% nel mese precedente. Il tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito) e’ marginalmente salito allo 0,46%, dallo 0,42% nel mese precedente.

Il tasso sui Pct (pronti contro termine) e’ calato allo 0,92%, dall’1,67% il mese precedente. Il rendimento delle obbligazioni in essere e’ salito al 2,12% dal 2,07%. Infine l’Abi rileva che il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e societa’ non finanziarie, a dicembre 2022, in Italia risulta pari a 260 punti base (238 nel mese precedente), inferiore rispetto gli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).